
John Lennon a New York apparentemente stava benissimo. E, con un bell'appartamento ad un piano alto di un edificio storico su Central Park, tanti soldi in banca e un grande amore, difficile pensare che così non fosse. Invece, secondo un nuovo libro, le cose non stavano così. Joe Flannery, che chissà perché ha atteso oltre trent'anni prima di dire la sua, riferisce che, poco prima che lo assassinassero, John gli aveva detto che avrebbe voluto tornare in Gran Bretagna. Flannery era un amico "storico" di Brian Epstein, il manager dei Beatles. Secondo il "Daily Express", che a quanto pare ha letto il libro di Flannery in anteprima, l'amico di Epstein ebbe una conversazione con Lennon "poco prima che venisse ucciso da Mark Chapman davanti alla sua casa di New York". La conversazione è contenuta nel libro "Standing in the wings: the Beatles, Brian Epstein and me", appunto di Flannery. Scrive l'autore: "Ci facemmo una bella chiacchierata, dove dicemmo anche un sacco di stupidate. Stava bene, era felice ma gli mancava Liverpool, gli mancavano gli altri e gli mancava Londra. A un certo punto mi disse che gli spiaceva averla buttata un po' troppo sul politico. Disse che aveva fatto un po' la figura del cogli*ne. Poi ci mettemmo a ricordare i vecchi tempi, quando stavamo lì a mangiare degli sformati che facevano cagare, e di quando non vedeva l'ora d'andare negli USA. 'Dovremmo metterci a pensare del mio ritorno in GB prima che quel bastardo di Nixon mi becchi', disse. Io fui colto di sorpresa e gli chiesi di spiegarsi. John si lanciò in una diatriba contro l'ex presidente. Era convinto che Nixon, anche se non in carica, avesse ancora potere e lo volesse morto. Gli sembrava che sopra la sua testa pendesse una sorta di maledizione". Poco dopo questa conversazione, scrive l'autore, Lennon fu ucciso.