
Deve averci preso gusto, la Gibson, una delle più rinomate manifatture di strumenti con quartier generale a Nashville, a stilare classifiche sugli eroi della sei corde: dopo quella sui "migliori chitarristi di sempre" (vinta da Tony Iommi dei Black Sabbath), è arrivata oggi quella sui migliori riff scritti nel corso degli anni Ottanta. E, ancora una volta, ad avere la meglio è stato un affezionato cliente, Angus Young, che da sempre, al collo, porta una delle solid body più note uscite dalle officine del colosso della liuteria americano, quella SG che all'inizio degli anni Sessanta fu partorita come "aggiornamento" della linea Les Paul e principale competitor della Stratocaster ideata da Leo Fender quasi un decennio prima.
La linea di "Back in black" degli AC/DC, infatti, capeggia la lista dei migliori riff anni Ottanta, seguita a breve distanza da quella di "Start me up" dei Rolling Stones (seconda), "Crazy train" di Ozzy Osbourne (terza), "Rock you like a hurricane" degli Scorpions (quarta) e "Photograph" dei Def Leppard (quinta).
Completano la top ten "Breaking the law" dei Judas Priest (sesta), il riff di "Beat it" di Michael Jackson scritto da Steve Lukather dei Toto, "Should I stay or should I go" dei Clash, quello - scritto e suonato da Slash - per "Sweet child o’ mine" dei Guns N' Roses e "Limelight" dei Rush.