Non si può certo dire che negli ultimi mesi Billy Corgan sia rimasto in silenzio claustrale. Anzi, ha esternato come mai in vita sua. Dopo la fine della relazione (gennaio 2010) con Jessica Simpson, per l'artista è come se si fossero aperte le chiuse e da allora non cessa di informare il mondo del suo fiume di pensieri. Si va da giudizi tranchant sul mondo al quale egli stesso appartiene, "La discografia di oggi? Guidata da cialtroni", a considerazioni su un certo gruppo di Oxford, "I Radiohead? Pomposi, ci piscio sopra". In mezzo, naturalmente, altro. Come questa dichiarazione della scorsa estate: "L'industria musicale contemporanea sta essenzialmente operando un gioco al ribasso guidato dalla stupidità. La filosofia è: 'Quanto stupidi dobbiamo diventare affiché questo disco piaccia a più gente possibile e venda più copie possibili?'". Ora il frontman degli Smashing Pumpkins, ovvero il gruppo da lui guidato e che non vede in formazione altri membri originali, sentito dal 39enne conduttore televisivo statunitense Carson Daly ha parlato di pensieri suicidi da lui avuti in passato. "Mi sono quasi ucciso tre, quattro, sette volte", ha detto. "Ho letteralmente iniziato a pianificare la mia morte e cosa avrei lasciato dietro di me, cosa avrei scritto...tre o quattro volte nella mia vita. Quello di cui alla fine mi sono reso conto è che Dio, o perlomeno come io intendo Dio, c'è sempre. Una volta in grado di processare la mia realtà in quel modo, non mi sono più sentito come una vittima".
L'ultimo album pubblicato dai Pumpkins, "Oceania" dello scorso giugno, è arrivato al numero 4 negli USA e al 19 in Gran Bretagna.