Praticamente tutti gli artisti che sono intervenuti alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi hanno proposto loro brani molto noti. E giustamente: davanti ad una platea televisiva sterminata, che probabilmente in buona parte di musica ne compra poca o non ne compra affatto, mica si può andare tanto per il sottile o proporre un "lato B" del 1979. Ma c'è chi ha voluto andare controcorrente. E adesso si becca le critiche, che sinceramente non paiono troppo ingiustificate. George Michael, peraltro alla sua prima grande uscita pubblica dopo i gravi problemi di salute avuti a Vienna, dopo aver cantato "Freedom '90" si è buttato in "White light". Che quasi nessuno conosceva perché si tratta del suo nuovo singolo, appena uscito. Anita Singh, showbusiness editor del "Daily Telegraph", riferisce che i 26 milioni di telespetattori britannici sono probabilmente rimasti freddi. A molti artisti era stata concessa l'esecuzione di un solo pezzo. George è stato tra i pochi a poterne proporre due. Perché non offrire due canzoni popolari? No, ha preferito "pompare" il nuovo singolo. Steve Anderson, direttore musicale di Kylie Minogue, Leona Lewis e Westlife, ha detto: "Non era il momento per promuovere il nuovo singolo. Sono sinceramente sorpreso che gli sia stato concesso di farlo". Andrew Collins, presentatore BBC, ha affermato: "Questa grande nazione è nuovamente unita...nel dire che a George Michael non bisognava lasciargli cantare il nuovo singolo". Tuttavia il portavoce dell'artista difende la scelta. Anche perché difendere il datore di lavoro è obbligatorio. Il PR ha affermato che "White light" in trealtà si è ben sposata al tema olimpico perché la canzone parla di come George l'anno scorso sia sfuggito di poco alla morte, e quindi "il messaggio di avere la meglio sulle avversità" è sembrato appropriato. Sentiti dal "Telegraph", invero anche collaboratori di Kim Gavin, il direttore artistico della faraonica cerimonia, hanno difeso
la scelta di Michael.