Mike Oldfield contro l'elettronica moderna: 'Buttiamo via software e computer'
"Una rivincita attesa per quarant'anni": queste le parole con le quali Mike Oldfield, passato alla storia grazie al suo album "Tubular bells" del 1973, ha definito l'invito del regista Danny Boyle a prendere parte alla cerimonia di inaugurazione dei trentesimi Giochi Olimpici moderni, tenutasi a Londra lo scorso venerdì 27 luglio.
"Ho sofferto l'inevitabile contraccolpo che chiunque abbia raggiunto una certa fama è costretto a scontare: dopo l'apice della carriera, è arrivato il momento del declino", ha commentato il musicista, dal 2009 residente alle Bahamas: "Per avere la mia rivincita ho dovuto attendere quarant'anni: essere considerato un artista valido e importante è stato meraviglioso".
L'auspicio dell'artista è che la rinnovata attenzione alla sua opera possa contribuire alla rinascita presso il grande pubblico del rock strumentale, oggi oscurato da generi più commerciali basati sui sintetizzatori: "Spero che quanto successo serva a ispirare una sorta di rinascita del rock strumentale", ha dichiarato Oldfield al Washington Post, "Buttiamo via una volta per tutte i software musicali che si usano adesso. Perché si possono usare un mucchio di programmi e schiacciare un sacco di bottoni, ma se non si possiede un minimo di talento musicale è tutto inutile. Spero che i giovani si accorgano che sui miei dischi non c'erano basi costruite e eseguite da un computer, ma veri esseri umani che suonavano veri strumenti. E' tutto molto bello, e - soprattutto - fatto a mano".
Oldfield - il cui padre era medico condotto e la cui madre infermiera durante il Secondo Conflitto Mondiale, ha poi apprezzato il tributo voluto da Danny Boyle che l'ha visto protagonista al National Health Service, il servizio sanitario pubblico inglese: "Se vivi nel Regno Unito, puoi usufruire del servizio sanitario pubblico: se ti fai male, puoi chiamare un'ambulanza, essere portato in ospedale e venire curato senza che ti chiedano soldi per i trattamenti che ricevi. E' una cosa fantastica, ed è stato giusto celebrarla".