Trevigiani con la passione per il rock psichedelico e - questo lo aggiungiamo noi - per le belle canzoni, i New Candys con questo appuntamento salutano The Observer e raccontano a Rockol come si sono conosciuti, come compongono le loro canzoni, come si muovo in studio e la loro percezione della musica: “Ci siamo formati perché da ascoltatori, la musica era diventata molto importante e ad un certo punto abbiamo pensato di fare la nostra. Inizialmente Diego (chitarra, voce) e Fernando (chitarra, sitar, voce) suonavano in una piccola band di amici (cover degli Oasis, Nirvana, RATM alla bell'e meglio). Stefano (basso, organo) suonava la chitarra acustica e Dario (batteria, percussioni) aveva suonato in una band punk hardcore. Fernando e Diego hanno poi lasciato la band di amici ed hanno continuato da soli a comporre canzoni proprie, cercando di formare nel frattempo una nuova band. Grazie a Rita (sorella di Fernando) hanno conosciuto prima Stefano e poi Dario. Dalla prima prova assieme ci siamo trovati subito bene”.
I New Candys ci hanno colpito molto grazie al loro album d’esordio “Stars reach the abyss”, ideale seguito dell’Ep omonimo pubblicato nel 2009: “Dopo aver inciso l’Ep, abbiamo continuato a comporre per un anno e mezzo circa, tre mesi prima di andare in studio abbiamo affittato un ex ufficio sopra ad una fabbrica e lì abbiamo provato in modo assiduo per due mesi. Abbiamo completato i pezzi meno ‘live’, suonando il sitar e sperimentando con strumenti diversi. Volevamo un disco vario che rispecchiasse tutti i nostri gusti. Inizialmente è Fernando che porta lo spunto iniziale di un brano, di solito una melodia vocale con un incrocio di chitarre, poi il pezzo viene rivisto tutti assieme, ognuno studia la propria parte e ci consigliamo a vicenda. Alcune volte il risultato finale può essere molto diverso dall'idea di partenza”.
All’interno del disco sono presenti due brani già editi nel precedente Ep: “Quando abbiamo inciso i brani dell’Ep non sapevamo cosa ne avremmo fatto. Inizialmente l'idea era di incidere una ‘demo’ per proporci ai locali, poi abbiamo deciso di stamparlo e confezionarlo noi per avere qualcosa da offrire ai concerti. ‘Volunteer’ e ‘Dry air everywhere’ (che sapevamo di poter migliorare), volevamo apparissero nel nostro primo disco ufficiale. Diciamo che dopo aver terminato le registrazioni e i mix per un periodo non lo abbiamo più riascoltato, avevamo dato il massimo e seguito con cura ogni dettaglio, a un certo punto sei obbligato a staccare perché non riesci più ad avere un ascolto neutrale, per quanto possibile. Riascoltandolo intero successivamente eravamo soddisfatti”.
I New Candys, attualmente in tour, ci hanno raccontato quando il live sia importante per una band indipendente: “Suonare dal vivo conta molto perché ti fai conoscere, ascoltare un brano in streaming con le casse del computer è una cosa, un'altra è vedere una band dal vivo in un club, magari con poca luce. Li riusciamo a dare il meglio. Quando siamo in studio non ci poniamo limiti negli arrangiamenti o nel numero di strumenti, studiamo successivamente come proporre i brani più complicati dal vivo”.