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Jammin’ Festival, il trionfo di Vasco

Jammin’ Festival, il trionfo di Vasco
… E alla fine giunse il momento che tutti gli spettatori dell’autodromo di Imola aspettavano. Quanti sono non si sa: le cifre ufficiali dicono centomila; c'è chi dice centotrenta, chi spara addirittura duecentomila. Di sicuro erano tutti lì per il ritorno del Blasco nazionale sulle scene.

Ore 21.30, la luce è calata quasi del tutto e la band entra in scena tra le grida del pubblico, che ha riempito ogni angolo del grande spiazzo di fronte al palco. Poco dopo arriva Vasco, jeans e spolverino nero, e attacca “Stendimi”. La risposta è reciproca: l'urlo del pubblico è da paura, ma –il gioco di parole è fin troppo facile- è lui a stendere il pubblico con la sua musica.
“Bentornati”, dice poco dopo, richiamando direttamente la serata di tre anni prima, Imola 1998, inaugurazione del Jammin' Festival. Questa sera, però, non è un evento unico, ma la prima data ufficiale dello “Stupido Hotel Tour”, che continuerà il 19 giugno prossimo a Torino.
Abbandonato lo spolverino dopo un paio di canzoni, Vasco resta in maglietta e poco dopo indossa il suo nuovo indumento-simbolo, il cappellino verde militare alla Fidel Castro. Alle sue spalle, sul palco del Jammin’ è stata adattata solo una parte della scenografia che verrà utilizzata nel resto del tour: questa sera "solo" una cascata di 10.000 luci rosse, niente megaschermi e altre trovate, riservate per le prossime 9 date negli stadi (vedi news).

Vasco è in forma, e lo dimostra con la sua consueta e ormai storica mimica sul palco, imbracciando pure la chitarra acustica per "Canzone generale". In scaletta 27 brani, tra cui tutte e dieci le canzoni di “Stupido Hotel”, alternate a brani storici, come “La nostra relazione”, “Colpa d’Alfredo”, “Sally”, "Vita spericolata", "Albachiara". Spicca nella band, composta dai fidi Stef Burns, Maurizio Solieri (chitarre), Claudio Golinelli (basso), Frank Nemola (tastiere e programmazioni), Allberto Rocchetto (piano), Andrea Innesto (sax) e Clara Moroni (cori), l’arrivo di Kenny Aronoff, batterista statunitense tra i più apprezzati, già con John Mellencamp e Smashing Pumpkins. In tutto, due ore di concerto e di apoteosi per un pubblico che non aspettava altro.
Quello che emerge dalla prima giornata, infatti, è la bellezza della festa per il Blasco. Bello anche il ricordo del compianto chitarrista di Vasco Massimo Riva, il cui nome è stato scandito a gran voce dal pubblico. Meno bella, anzi decisamente amara, l’intolleranza di una parte del pubblico stesso, che non ha trattato esattamente con rispetto tutti i musicisti che si sono esibiti nel corso della giornata, colpedoli con cori-sfottò e spesso bersagliandoli con lanci di oggetti. Questo, bisogna dirlo, non è nello spirito di una festa, né tantomeno di un festival, che -teoricamente- dovrebbe essere pensato e partecipato per ascoltare tutta la musica che gira intorno e non solo quella di un'artista soltanto. Ma questa è un'altra storia. Quella di questa sera aveva un protagonista unico, Vasco Rossi.

Ecco la scaletta del concerto:
"Stendimi"
"Quel vestito semplice"
"Ieri ho sgozzato mio figlio"
"Io ti accontento"
"Stupendo"
"Colpa d'Alfredo"
"Sono ancora in coma"
"Tu vuoi da me qualcosa"
"La nostra relazione"
"Canzone"
"Standing ovation"
"Ti prendo e ti porto via"
"Perché non piangi per me"
"Io no"
"Siamo soli"
"Sally"
"Gli spari sopra"
"Delusa"
"Mi si escludeva"
"Canzone generale"
"Stupido Hotel"

bis:
"Bollicine"
"Rewind"
"Vivere"
"Vita spericolata"
"Albachiara"


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