E' morto poche ore fa in un ospedale di Hampstead, nella zona nord di Londra, dove era ricoverato per curare un tumore, Bert Jansch, chitarrista e co-fondatore dei Pentangle: l'artista, che aveva cancellato lo scorso agosto un concerto in Scozia senza specificare le cause del forfait, aveva 67 anni. Virtuoso della chitarra acustica, col suo stile Jansch aveva influenzato alcuni tra i più importanti chitarristi inglesi come Jimmy Page, Johnny Marr, Graham Coxon e Pete Doherty, col quale aveva collaborato nel 2007 suonando su "The lost art of murder", brano conclusivo di "Shotter's nation" dei Babyshambles. "Non sono bravo come lo era lui, sono solo un suo grandissimo fan", ha detto Coxon dei Blur. Già malato da tempo, nell'ultimo periodo le condizioni dell'artista sembravano essere migliorate, tanto da permettergli di partecipare al Crossroads Festival di Eric Clapton e di accompagnare Neil Young - che l'aveva definito "il Jimi Hendrix della chitarra acustica" - in un tour americano. Nato nel 1943 a Glasgow, Jansch fu il protagonista del folk revival britannico degli anni Sessanta. "Ha completamente reinventato il modo di suonare la chitarra, portandolo ad un livello ancora oggi ineguagliato", ha detto di lui Marr, al quale ha fatto eco un altro guitar hero inglese, Jimmy page: "Ero totalmente ossessionato da Jansch: quando ascoltai il suo primo disco, nel 1965, non potevo crederci. Era inarrivabile, nemmeno in America esisteva qualcuno tanto brano quanto lui". I Pentangle, supergruppo del quale facevano parte anche John Renbourn, Jacqui McShee, Danny Thompson e Terry Cox, si sciolsero in un primo momento nel 1973, per poi tornare in attività nel 2008.