Sono le 21:30 in punto quando il classico intro di Morricone annuncia l'ingresso sul palco dei Metallica, con la folla in delirio che canta a squarciagola. I Four Horsemen partono picchiando subito durissimo, con una "Hit the lights" suonata alla velocità della luce che infiamma gli animi e il pogo. James Hetfield arringa il pubblico, scherza, si destreggia in tutto il campionario da istrione imparato in 30 anni di concerti e si crea immediatamente il feeling giusto coi fan. La scaletta assesta una raffica di colpi senza tregua inizialmente, con - in rapida sequenza - "Master of puppets", "The shortest straw" e la canzone-inno "Seek & destroy", cantata da tutti.
Il primo momento di respiro, se così la possiamo chiamare, arriva con una versione di "Welcome home (sanitarium)" che prelude comunque alla spaccaossa "Ride the lightning".
I quattro Metallica sul palco si allontanano l'uno dall'altro fino a perdere il contatto visivo, ma colpisce come, ogni volta, tornino a cercarsi, come se avessero bisogno di sentirsi a vicenda, come quando si suona nei piccoli club spalla a spalla. Hetfield spesso si avvicina alla batteria e si sofferma a scambiare sguardi, smorfie e battute con Ulrich (a un certo punto, sul maxischermo, si legge chiaramente il labiale di James che dice a Lars: "It's amazing!").
Sono poche le concessioni alla produzione post "Black album", quasi a voler dichiarare l'intenzione di celebrare il periodo più classico e generalmente osannato da tutti i fan di vecchia data. Del resto questo è il Big 4, che nasce come esaltazione del quadriumvirato del thrash metal originario e più classico.
Quando è il momento di "One" le luci si abbassano, l'oscurità cala e il palco è invaso da spari, boati, rumori di battaglia. All'improvviso una scarica lunghissima di esplosioni e lampi... e parte l'arpeggio iniziale, in un momento decisamente d'atmosfera. Kirk Hammett, guitar hero purosangue, sembra inciampare ogni tanto nei passaggi più acrobatici, ma non è necesariamente un male, visto che questo particolare umanizza, in un certo senso, quella che è diventata una vera e propria macchina da guerra, ossia i Metallica.
Prima del gran finale ancora un paio di brani più "intimisti" ("Fade to black" e "Enter sandman") fanno calmare lievemente i bollenti spiriti, ma poi arriva la botta conclusiva. Vengono portati sul palco alcuni ampli supplementari, James scherza un po' e poi annuncia il momento da molti atteso: la mega-jam dei Big 4, in cui musicisti di Anthrax, Megadeth, Slayer e Metallica suonano tutti assieme un brano; questa sera viene proposta - a sorpresa - una cover dei Misfits che i Metallica eseguivano abitualmente diversi anni fa: "Die die my darling"; un brano punk'n'roll semplice e diretto che fa scatenare musicisti e pubblico.
Ma non è ancora finita, per fortuna. Tutti chiedono di più e i Four Horsemen non si tirano indietro, scaricando sui 35.000 presenti una violentissima "Damage inc." e "Creeping death", con lancio di palloni gonfiabili neri griffati Metallica - che dopo avere rimbalzato per un po' sulla folla vengono cannibalizzati e spariscono.
Un grande concerto, con ottimi suoni e grande presenza scenica, che di sicuro non ha scontentato nessuno e ha ripagato del caldo patito in questa torrida giornata di luglio.
Setlist Metallica:
- Hit the Lights
- Master of Puppets
- The Shortest Straw
- Seek & Destroy
- Welcome Home (Sanitarium)
- Ride the Lightning
- Through The Never
- All Nightmare Long
- Sad But True
- The Call of Ktulu
- One
- For Whom the Bell Tolls
- Blackened
- Fade to Black
- Enter Sandman
Encore:
- Die, Die My Darling (Misfits cover) (insieme a Slayer, Megadeth e Anthrax)
- Damage Inc.
- Creeping Death