Trenta giorni non sono stati sufficienti. Whitney Houston ha deciso di proseguire, nonostante la terapia fosse terminata, il programma di disintossicazione al quale si era volontariamente sottoposta un mese fa. Ora, secondo fonti USA che non forniscono molti altri dettagli, la cantate è intenzionata ad andare avanti fino a quando non si sentirà totalmente lontana da possibili ricadute. E, allo scopo, si sarebbe assicurata uno speciale istruttore che rimarrà con lei 24 ore su 24. "Stavolta vuole farcela", ha riferito una fonte. Nell’ottobre 2009, alla versione britannica di “X Factor”, la Houston era parsa confusa e spaesata. Nel febbraio 2010, a Brisbane in Australia, numerose pause, poco fiato e momenti in cui la cantante parve disorientata. Esattamente un anno fa in Danimarca, secondo fonti locali, "centinaia di spettatori" avevano guadagnato l'uscita in anticipo in seguito ad una performance definita "debole e stonata". Undici mesi fa il "National Enquirer", settimanale USA di ultragossip, aveva sostenuto che l'artista facesse ancora largo uso di stupefacenti.Secondo l’Enquirer e le sue crude cifre, la Houston avrebbe speso in media 6300 dollari a settimana per procurarsi le dosi, per un ammontare annuo di 327.600 dollari. Il trattamento in "rehab" sarebbe stato deciso da Whitney in vista di due film che potrebbero rilanciarla del tutto, il sequel di “Donne (Waiting to exhale)” (per il video di "Exhale" clicca qui) e il remake de "The bodyguard".