Primo album per i romani Sautiva, ma non si tratta di un esordio. A tirare le fila della band ci sono infatti Alessio Ventura e Dario Benedetti, fino a tre anni fa conosciuti al pubblico come prima linea dei Dhamm. Sia dal palco di Sanremo che con le canzoni dei loro dischi, i Dhamm si erano imposti come band dal look patinato, ma oggi hanno completamente cambiato direzione, sia perchè non sono più dei teenager, sia perchè hanno altro da dire. “L’ultimo album dei Dhamm, ‘Disorient Express’, costituiva già un cambiamento nella nostra proposta – spiega Dario, chitarrista -. Ci siamo resi conto dopo che avremmo dovuto cambiare nome in quel momento. Lì per lì ci siamo illusi che il cambio stilistico bastasse per ricreare l’immagine del gruppo e facesse cambiare idea sia agli addetti ai lavori che al pubblico. Invece questo è successo in misura molto ridotta e così, dopo quel disco, abbiamo deciso di sceglierci un nuovo nome. ‘Disorient Express’ era a nostro avviso un buon disco e mostrava una maturazione, ma la gente ormai ci aveva inquadrati come gruppo di ragazzini e molti (anche alcuni giornalisti) lo rifiutarono a priori”. Così, i Dhamm hanno deciso di dare una svolta totale alla loro carriera e ricominciare da zero. “A un certo punto mi sono reso conto che cantavo delle cose ma ne sentivo delle altre – afferma il cantante Alessio –. Le persone cambiano, oggi non siamo più dei ragazzini e abbiamo altre cose da dire, altre situazioni da affrontare, molto diverse da quelle che esprimevamo quando avevamo 19 anni”.
Così sono morti i Dhamm e sono nati i Sautiva, molto più energici, dai testi cinici, disillusi e desiderosi di riscatto (in gran parte firmati da Simona Orlando. Nel loro nuovo album “Sautiva”, prodotto da Luca Rustici e parzialmente mixato da Steve Lyon (Depeche Mode, Cure, Tears For Fears), il pop è solo una componente minore del suono complessivo. La proposta è decisamente rock, sospesa fra qualche chitarra distorta (“Io non è connesso”), qualche ballata (“Il dubbio”) e qualche spunto più vicino alla dimensione cantautorale (“Perso”), più una chiusura strumentale acustica (“Notturno con addio”).
                    
                    
                                            Così sono morti i Dhamm e sono nati i Sautiva, molto più energici, dai testi cinici, disillusi e desiderosi di riscatto (in gran parte firmati da Simona Orlando. Nel loro nuovo album “Sautiva”, prodotto da Luca Rustici e parzialmente mixato da Steve Lyon (Depeche Mode, Cure, Tears For Fears), il pop è solo una componente minore del suono complessivo. La proposta è decisamente rock, sospesa fra qualche chitarra distorta (“Io non è connesso”), qualche ballata (“Il dubbio”) e qualche spunto più vicino alla dimensione cantautorale (“Perso”), più una chiusura strumentale acustica (“Notturno con addio”).
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