Di passaggio per promuovere il loro ultimo album "Eye to eye", gli Scorpions si mostrano rilassati e ringalluzziti dai riscontri positivi del loro ultimo singolo. Le sonorità ammiccanti di "To be n.1", accompagnata da un divertente video e un ancor più divertente testo ispirati dalle vicende di Clinton e Monica Lewinsky, hanno tuttavia sconcertato alcuni fans del gruppo tedesco. «Ed è esattamente quello che volevamo», garantisce il cantante Klaus Meine. «Abbiamo composto questo disco prefiggendoci la maggiore apertura mentale possibile, per rinfrescarci e lanciare gli Scorpions nel 2000. La nostra speranza era che la gente dicesse: "Cosa? Gli Scorpions fanno questa roba?"».
Rudolf Schenker aggiunge: «Ci davano per morti all'inizio degli anni '90, poi con "Wind of change" siamo rinati. Ora è la stessa cosa: la nostra macchina era vecchia e arrugginita, e ne abbiamo presa una nuova. Ma senza sbarazzarci della vecchia, che ha fatto tanto per noi». Meine sorride: «Non si può onestamente proporre "Black heart" ogni sera. Comunque grazie a internet abbiamo scoperto che i fans hanno apprezzato il nuovo disco. Siamo sempre noi, del resto, con i nostri riff e le nostre melodie. Solo che non volevamo morire in un angolino, e abbiamo cercato di proporci a una nuova generazione. Del resto, dopo la generazione grunge, depressa e autodistruttiva, ci pare che gli attuali ventenni abbiano in mente lo stesso obbiettivo dei nostri primi fans di tanti anni fa: divertirsi. Non più "Ci sono problemi, sono disoccupato e voglio morire", ma "Ci sono problemi, ma ce la faremo"».
Rudolf Schenker aggiunge: «Ci davano per morti all'inizio degli anni '90, poi con "Wind of change" siamo rinati. Ora è la stessa cosa: la nostra macchina era vecchia e arrugginita, e ne abbiamo presa una nuova. Ma senza sbarazzarci della vecchia, che ha fatto tanto per noi». Meine sorride: «Non si può onestamente proporre "Black heart" ogni sera. Comunque grazie a internet abbiamo scoperto che i fans hanno apprezzato il nuovo disco. Siamo sempre noi, del resto, con i nostri riff e le nostre melodie. Solo che non volevamo morire in un angolino, e abbiamo cercato di proporci a una nuova generazione. Del resto, dopo la generazione grunge, depressa e autodistruttiva, ci pare che gli attuali ventenni abbiano in mente lo stesso obbiettivo dei nostri primi fans di tanti anni fa: divertirsi. Non più "Ci sono problemi, sono disoccupato e voglio morire", ma "Ci sono problemi, ma ce la faremo"».
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