Non è necessario rivolgere domande a Daniela Mercury per farci due chiacchiere: basta offrirle un argomento e lei parlerebbe per ore. Brasiliana di Bahia, ma di origini italiane (genovesi, come tende a precisare), unisce il calore latino alla simpatia e all’esuberanza del popolo carioca, così come nella sua musica unisce la tradizione alla modernità, le melodie popolari della sua terra alle contaminazioni occidentali. E’ la quarta volta che viene in Italia, dal 1994 ad oggi, e il suo concerto milanese previsto in serata al festival latinoamericano è molto sentito dall’artista: "E’ sempre un piacere suonare qui. L’Italia esercita su di me un fascino particolare e il pubblico è caldo e molto spontaneo come quello brasiliano". Quella del 2000 è per Daniela una tournée particolarmente significativa "perché - spiega - ora sono passata ad una casa discografica che mi permette finalmente un lancio serio dei miei cd in Europa, dove finora la mia popolarità era dovuta quasi esclusivamente ai concerti". Il nome di Daniela Mercury è comunque uno dei più rappresentativi tra quelli della scena brasiliana moderna; e con il nuovo album "Sol da liberdade" ha salito ancora qualche gradino sulla scala della contaminazione, introducendo la matrice elettronica, ancora poco utilizzata in Brasile ma da lei portata anche in scena. Così la cantante ci descrive con entusiasmo il suo nuovo show: "Sarà principalmente centrato sull’ultimo album, del quale eseguo nove brani. Poi ci sono due canzoni da ‘Mùsica de rua’ e qualcosa dagli altri lavori. Gli arrangiamenti sono comunque tutti adattati alla dimensione live, e oltre ai musicisti e alle coreografie in scena c’è anche un dj". Samba-reggae, pop e qualche campionamento, dunque, in un colorato mélange melodico-percussivo che non intende rinunciare alle tradizioni popolari del nord est brasiliano ma non vuole nemmeno perdere il contatto con le realtà sonore contemporanee del resto del mondo.
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