Sono loro i più attesi tra gli artisti che si esibiranno oggi al Monza Rock Festival, i Nine Inch Nails. Non si spiegherebbe altrimenti il pullulare da due giorni a questa parte sui giornali di interviste al membri della band, dai fatti di Roskilde a Marilyn Manson. Questa volta tocca alla “Repubblica”, con intervista di Carlo Moretti a Trent Reznor, che su Roskilde ribadisce la posizione che si sia trattato di una fatalità: “Ottantamila persone sono difficili da controllare, forse l' unico modo è come ho visto fare in Belgio dove avevano diviso diversi settori di pubblico con le barriere. Quello che posso dire è che Roskilde ha una delle migliori organizzazioni al mondo: c'era una bella atmosfera, molta tranquillità. Quando il giorno dopo ho sentito quello che era successo è stato un colpo al cuore perché ho pensato a quanto fosse terribile da accettare per le famiglie delle persone coinvolte, e quanto fosse stato insopportabile anche per la band sul palco in quel momento: capisco il sentimento dei Pearl Jam, il fatto che non vogliano più esibirsi". Immancabile la domanda su Marilyn Manson e sul fatto che la sua musica sia spesso considerata come un’istigazione ad atti di violenza: "Mi piace l'arte, soprattutto quella violenta o horror. Odio la censura, faccio eccezione per la pornografia che utilizza bambini. Ognuno deve essere responsabile per se stesso: conosco bene Marilyn Manson, è come un fratello, non vuol certo spingere nessuno a compiere le cose di cui parla nelle sue canzoni".
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