
Le pagine della Cultura del “Giorno” ospitano un articolo su Vittorio Gassman e sull’interpretazione che nel 1996 il grande attore diede, in uno spettacolo a Venezia, di alcune poesie di Allen Ginsberg e Gregory Corso. A completamento della pagina, Marco Mangiarotti firma un articolo sul legame tra questa poesia “maledetta” e il jazz, delineando un itinerario fatto di dischi che segnano l’incontro tra musica e poesia di una generazione. Si parte da “The Jack Kerouac Collection” (Rhino World Beat) per arrivare a “Blues and haikus” (1959) dove “si materializza il rapporto tra beat generation e jazz. Come in un sogno. Come in un film. I sax tenori di Al Cohn (per la prima volta anche al pianoforte) e Zoot Sims sono il contrappunto del suono poetico. Interagiscono con la versione bastarda dell’’haiku’ giapponese. Arredano con poche note il silenzio. Costruiscono una ritmica classica e cool. Seguendo la parola del Maestro. Perché Kerouac si vedeva come il profeta e Charlie Parker era il suo dio”.
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