Sarà ospite domani al “Ravenna Festival” il settantaduenne musicista turco Kemani Cemal, cui Giuseppe Videtti dedica un articolo su “Repubblica”: “È la prima volta che esce dalla Turchia. Un miracolo che non sarebbe mai accaduto se Harold G. Hagopian, produttore e etnomusicologo americano dell' etichetta Traditional Crossroads, non avesse pubblicato il cd ‘Sulukule-Rom music of Istanbul’. ‘Sulukule è il quartiere degli zingari, roma come li chiamiamo qui. Quando ci arrivai io, che sono nativo di Edirne nella Tracia, era il 1938, avevo dieci anni. Mi adottarono e io m'innamorai del cengi, la loro musica’". E del vecchio quartiere di Istanbul ricorda: “Ho vissuto a Sulukule negli anni d'oro del quartiere. Quando si faceva festa tutta la notte. Quando anche i borghesi affittavano le case degli zingari per le loro feste, per ascoltare la musica, bere raki e assistere agli spettacoli di danza del ventre. Per loro era pura trasgressione. Anche se, badi bene, fino agli anni Cinquanta le ballerine di danza del ventre erano coperte da capo a piedi. Proprio come all'epoca dei sultani. A sedurre gli uomini era quel movimento sinuoso del bacino. Poi hanno scoperto l'ombelico e tutto il resto. Per la danzatrice che si esibirà con noi a Ravenna (Bergüzar, un' autentica rom) abbiamo voluto far confezionare un sontuoso costume come quelli delle odalische del Serraglio".
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