
Su "Il Giorno", Andrea Spineli incontra Ute Lemper per parlare del nuovo album "Punishink kiss", nel quale si avvale di autori prestigiosi. «Neil Hannon dei Divine Comedy, Tom Waits, Elvis Costello, Philip Glass, Nick Cave, Scott Walker: chi di loro s'è rivelato più congeniale alle sue corde d'interprete?
"Nick Cave e Tom Waits perché sono due autori molto emozionali, intimisti. Con una piccolissima preferenza per la vena dark e maledetta del primo".
Dici Lemper, ma pensi alla Dietrich, a Lotte Lenya, a Liza Minnelli.
"Possono essere dei riferimenti per la gente ma non per me. Credo che sia un accostamento automatico, indotto soprattutto dal repertorio che ho affrontato in passato e dal rispetto che provo per la svettante statura artistica di queste interpreti".
Cosa conosce della musica italiana, visto che il suo unico approccio risale alla collaborazione con Jannacci al Festival di Sanremo del '91?
"Amo la canzone tradizionale napoletana, ma ascolto con piacere pure Zucchero, Umberto Tozzi, Gianna Nannini. Interpretare qualcosa con Zucchero, ad esempio, non dispiacerebbe affatto".
Cosa pensa delle interpretazioni brechtiane di Milva?
"E' un'artista di grande carisma, ma tra noi c'è un forte gap generazionale. L'ho ascoltata un po' da ragazzina, perché piaceva molto a mia madre"».
"Nick Cave e Tom Waits perché sono due autori molto emozionali, intimisti. Con una piccolissima preferenza per la vena dark e maledetta del primo".
Dici Lemper, ma pensi alla Dietrich, a Lotte Lenya, a Liza Minnelli.
"Possono essere dei riferimenti per la gente ma non per me. Credo che sia un accostamento automatico, indotto soprattutto dal repertorio che ho affrontato in passato e dal rispetto che provo per la svettante statura artistica di queste interpreti".
Cosa conosce della musica italiana, visto che il suo unico approccio risale alla collaborazione con Jannacci al Festival di Sanremo del '91?
"Amo la canzone tradizionale napoletana, ma ascolto con piacere pure Zucchero, Umberto Tozzi, Gianna Nannini. Interpretare qualcosa con Zucchero, ad esempio, non dispiacerebbe affatto".
Cosa pensa delle interpretazioni brechtiane di Milva?
"E' un'artista di grande carisma, ma tra noi c'è un forte gap generazionale. L'ho ascoltata un po' da ragazzina, perché piaceva molto a mia madre"».
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