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Il momento magico di Nicola Piovani

Il momento magico di Nicola Piovani
“L'America incorona il nostro mago della musica”: la Repubblica dedica una pagina al compositore di colonne sonore Nicola Piovani (Fellini, Moretti, Belloccio, Monicelli, il suo più recente exploit è "La vita è bella" di Roberto Benigni e Vincenzo Cerami), sottolineandone la nomination al Grammy Award, l’equivalente dell’Oscar nella musica. Scrive Paolo Biamonte: «La certezza di "aver capito cosa c'è dietro lo specchio, cioè niente", può essere il mezzo migliore per attraversare l'universo della musica e arrivare in alto, fino alle vette dell'Oscar e della nomination al Grammy Award, guidati dalla forza di un sogno da realizzare ma liberi dall'illusoria convenzione ottocentesca dell'artista senza regole. Questa capacità di utilizzare un sontuoso bagaglio culturale per fare i conti con la propria interiorità e mantenere l'equilibrio tra il lavoro dell'artigiano e la scintilla della creatività, Nicola Piovani ha fatto il tratto peculiare di una personalità che gli regala il privilegio di vivere al riparo dalle impennate dell'ego il felice momento di quel successo internazionale, che soprattutto sul piano discografico, per i musicisti italiani, è una merce rara. Pochi giorni fa è arrivata la notizia della nomination al Grammy Award, il più prestigioso premio del mondo del disco, mentre la colonna sonora di”La vita è bella”, dopo l'Oscar superava il traguardo del doppio disco di platino, nei negozi è arrivata “35 millimetri”, antologia delle colonne sonore scritte da Piovani per i film di Fellini, Nanni Moretti, i fratelli Taviani, Antonio Albanese, Mario Monicelli, Marco Bellocchio. A confermare la sintonia di Piovani con il grande pubblico, va in onda, domani alle 22.45 su RaiDue, l'edizione televisiva di Canti di scena, lo spettacolo scritto e portato in scena con Vincenzo Cerami che, nato come "un lusso che costa" per prendere fiato tra i vari impegni, è diventato uno dei più eclatanti successi teatrali delle ultime stagioni. Fedele alla convinzione che "la bellezza dei premi, dalla medaglia della scuola all'Oscar, è goderseli", Piovani lascia cullare la sua dichiarata vanità dalla nomination al Grammy, mentre dà gli ultimi ritocchi tecnici alla registrazione del suo "sbarco a Hollywood", la colonna sonora di “Hoofbeats”, un film scritto da Jean Jacques Annaud, diretto dal regista del Prigioniero del Caucaso, Sergej Bodrov. "In realtà l'unica cosa hollywoodiana di questo film sono i soldi, visto che il regista è siberiano, lo sceneggiatore francese e l'autore della colonna sonora italiano. Anche la struttura non è certamente in linea con i tipici prodotti del cinema americano: “Hoofbeats” è una storia di cavalli, senza dialogo, con una voce fuori campo. Una fiaba con una madre bianca uccisa dal cavallo nero cattivo davanti al figlio che si vendicherà. Un film che richiede un robusto tessuto musicale, creato da un' orchestra sinfonica di 65 elementi", spiega Piovani. (…) L'Oscar di “La vita è bella” ha portato con se l'interesse del mercato di Hollywood e quindi l' obbligo di una scelta tra sconvolgere la rassicurante regolarità di una vita vissuta sotto la protezione di un perimetro limitato e non suscettibile di variazioni e scandita dall'irrinunciabile rito del caffé al bar con giornale, e rinunciare a compensi con una serie di "zeri" mai visti prima. "Quando si sceglie di rinunciare a questo tipo di offerte la regola fondamentale è non dirlo" risponde. "La mia speranza è che queste situazioni possano aiutare a svegliare un ambiente sonnolento. Nel mercato di oggi le scelte si fanno solo in termini quantitativi. Invece io continuo a pensare che se non si fa qualcosa di inutile secondo le regole del business la vita diventa una bolla d'aria. Paperon de' Paperoni questi lussi non se li può permettere. Invece io tre anni fa ho avuto voglia di comporre “La pietà”, uno Stabat Mater e mi sono tolto la soddisfazione di realizzarlo insieme a Cerami. E' una nostra autoproduzione che in aprile sarà a Roma, al Quirino, tre anni fa è andata in scena a Gerusalemme e che, dopo Roma, andrà in tour. Prossimamente in Portogallo avrò la possibilità di lanciare Concerto cantato, una novità con parti cantate, parti suonate, un ruolo importante per me al pianoforte e almeno quattro voci. Andare in scena per un artista è una necessità: penso a personaggi come Al Pacino o Jonathan Price che rinunciano a cachet miliardari per fare Shakespeare.» L’articolo di Paolo Biamonte è affiancato da un breve commento del critico Gino Castaldo.
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