
Sul "Corriere della Sera", Andrea Laffranchi intervista alcuni cantanti italiani sul ritorno di Carlos Santana in testa alle charts americane dopo 28 anni. «"Finalmente un musicista, uno che suona veramente - commenta Francesco Baccini -, torna in cima alle classifiche. E' finito lo strapotere del rap e della tecnologia". (...) "I ragazzi riscoprono l'amore per la musica che tocca le corde del cuore - spiega Biagio Antonacci - anche se sono stati abituati a Britney Spears e ad altri prodotti che, però, hanno un limite: durano poco perché non hanno un'anima". Difende i giovani Nek: "Santana è un grande anche se non l'ho mai messo nel mio walkman. I ritorni, però, funzionano solo se questi ‘vecchi’ ci riversano l'energia di un tempo e se si rimettono in discussione per mettersi al passo con i tempi". Forse per questo in "Supernatural", oltre a quella con Eric Clapton, ci sono collaborazioni con i due Fugees Wyclef Jean e Lauryn Hill (la regina dell'hip-hop trionfatrice degli ultimi Grammy), gli Everlast, Eagle Eye Cherry (figlio di Don e promessa del pop) e Rob Thomas. Per Edoardo Bennato il ritorno del chitarrista è trascinato dal successo della musica latina: "Con la sua capacità di fondere i suoni solari del Centroamerica e il rock ha fatto scuola. Mi sembra che non accusi il passare del tempo". Concorda Eugenio Finardi: "La musica latina ha due padri: Perez Prado, che Lou Bega ha resuscitato in malo modo, e Santana che si è fatto rinascere, e bene, da solo: è un gran bel disco, lui suona con quel tocco fluido di una volta e si sente che ha cambiato casa discografica: c'è di nuovo entusiasmo"».
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