Articoli - 30/03/1999
Sanremo: l’hit-parade premia... De André. Discografia e morte: binomio che funziona
Su "La Stampa", Marinella Venegoni fa notare: «Per il terzo anno consecutivo, a un mese dal termine del Festival, i dischi di Sanremo continuano a non vendere: l'unico che tiene alto il vessillo di quella che un tempo era la capitale della canzone italiana è il vincitore della sezione giovanile, Alex Britti, che staziona al sesto posto della hit-parade Nielsen di questa settimana con il cd "It.pop" uscito l'anno scorso, al quale è stato aggiunto il brano del Festival, "Oggi sono io".
Non c'è traccia, nei primi dieci nomi della hit-parade, della vincitrice Anna Oxa, malinconicamente ferma al ventiduesimo posto; e paiono lontane dal gradimento di massa anche tutte le altre piccole cose carine che si sono ascoltate nell'ultimo Sanremo di Fazio e Dulbecco. Ma la famosa hit-parade di cui sopra continua a riservare sorprese, per la costante attenzione che il pubblico dimostra di riservare al filone dei cantautori: il disco primo in classifica è questa settimana il "live" postumo di Fabrizio De André uscito da poco e curato da lui medesimo durante la malattia, "De André in concerto". (...) Dove Sanremo sembra aver avuto successo, è invece sul versante degli ospiti internazionali: i furibondi Skunk Anansie si sono piazzati quinti con "Post orgasmic chill"; e sono noni i Blur di "13", anche loro ospiti del Festival».
A proposito di De André, il "Corriere della Sera" fa un confronto tra defunti. «"E’ imbarazzante ammetterlo, ma la morte prematura di grandi artisti diviene sempre un affare sia per i discografici sia per gli eredi", confessa Franco Reali, a capo della BMG-Ricordi. "E proprio a noi - aggiunge - è toccato gestire il ‘dopo’ di Battisti e De Andrè".
Quali le diverse conseguenze di queste due morti premature sul mercato? "Battisti aveva un futuro commerciale meno interessante e importante del suo passato. La sua scomparsa ha messo in moto una vendita complessiva di 600 mila copie oltre a quelle mediamente vendute del suo catalogo. Per De André si sono bruciate in pochi giorni le 10.000 copie del nuovo cofanetto con CD e videocassetta messe nei negozi e le 100 mila del solo CD. L'impressione è che l'onda di De André sarà molto più lunga e duratura di quella di Battisti. (...) Ma è prematuro e inopportuno far previsioni».
Reali sostiene che non ci sarà un inedito. "Con Battisti - spiega - c'era un rituale: lui entrava in sala per registrare solo quando aveva in tasca il contratto e la garanzia dei 280 milioni per pagare lo studio. Non anticipava mai i contenuti del disco. Diceva: quel che c'è dentro non importa, conta il mio nome, il marchio. Ma è difficile accettare gli stessi atteggiamenti dagli eredi".
Avete contatti con la vedova? "Sì, regolari: lei è nel consiglio di amministrazione della società editoriale Acqua Azzurra di cui siamo comproprietari".
Dunque lei esclude materiale inedito? "Non dico questo. Da quel che si sa, lui incideva anche 40-50 canzoni per disco. Il materiale eccedente deve essere tantissimo. Dico solo che non esiste un disco inedito e organico da lui deciso, progettato e inciso"».
A proposito di De André, il "Corriere della Sera" fa un confronto tra defunti. «"E’ imbarazzante ammetterlo, ma la morte prematura di grandi artisti diviene sempre un affare sia per i discografici sia per gli eredi", confessa Franco Reali, a capo della BMG-Ricordi. "E proprio a noi - aggiunge - è toccato gestire il ‘dopo’ di Battisti e De Andrè".
Quali le diverse conseguenze di queste due morti premature sul mercato? "Battisti aveva un futuro commerciale meno interessante e importante del suo passato. La sua scomparsa ha messo in moto una vendita complessiva di 600 mila copie oltre a quelle mediamente vendute del suo catalogo. Per De André si sono bruciate in pochi giorni le 10.000 copie del nuovo cofanetto con CD e videocassetta messe nei negozi e le 100 mila del solo CD. L'impressione è che l'onda di De André sarà molto più lunga e duratura di quella di Battisti. (...) Ma è prematuro e inopportuno far previsioni».
Reali sostiene che non ci sarà un inedito. "Con Battisti - spiega - c'era un rituale: lui entrava in sala per registrare solo quando aveva in tasca il contratto e la garanzia dei 280 milioni per pagare lo studio. Non anticipava mai i contenuti del disco. Diceva: quel che c'è dentro non importa, conta il mio nome, il marchio. Ma è difficile accettare gli stessi atteggiamenti dagli eredi".
Avete contatti con la vedova? "Sì, regolari: lei è nel consiglio di amministrazione della società editoriale Acqua Azzurra di cui siamo comproprietari".
Dunque lei esclude materiale inedito? "Non dico questo. Da quel che si sa, lui incideva anche 40-50 canzoni per disco. Il materiale eccedente deve essere tantissimo. Dico solo che non esiste un disco inedito e organico da lui deciso, progettato e inciso"».
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