Cloud Nothings
La biografia

Biografia
Se c’è una cosa che accomuna la nascita di diversi progetti indie e lo-fi, è lo spirito casalingo degli stessi. Non fa eccezione Dylan Baldi, diciottenne di Cleveland, che nel 2009, tra una lezione e l’altra alla Case Western Reserve University, inizia a scrivere e incidere alcuni pezzi nello scantinato della casa dei propri genitori (a Westlake, sempre in Ohio). Pezzi indie rock appunto, a “bassa fedeltà” praticamente per necessità vista la strumentazione a disposizione: solamente un pc e un vecchio microfono sgangherato. Le canzoni finiscono on line riscuotendo un discreto successo tra i blogger, sufficiente per lo meno a spingere Baldi a mettere in piedi una band per suonare dal vivo. Con TJ Duke al basso, Jayson Gerycs alla batteria e Joe Boyer alla chitarra, i Cloud Nothings così formati fanno la loro prima apparizione on stage a New York, in apertura a due band già avviate, i Real Estate e i Woods. Da qui in poi la band verrà chiamata ad aprire altre date, dividendo il palco con Fucked Up, Veronica Falls, Les Savy Fav, Titus Andronicus, Parts & Labor, Best Coast e Kurt Vile.Il 2010 è l’anno del debutto discografico. TURNING ON viene pubblicato dalla Carpark Records e si compone dei pezzi scritti in solitaria da Baldi, già presenti su un EP intitolato a sua volta “Turning on” e presentati nei vari live, più alcuni singoli anch’essi precedentemente pubblicati su sette pollici. Durante l’estate del 2010 c’è anche il tempo di iniziare a mettere mano al nuovo lavoro. In cabina di regia viene chiamato Chester Gwazda, produttore noto per aver lavorato con diversi act folk come i Future Island e Dan Deacon. CLOUD NOTHINGS vede la luce a febbraio del 2011, trainato dal singolo “Understand at all” e dal relativo videoclip, molto apprezzato in rete. Le coordinate sono le stesse del debutto, quindi indie pop diretto e al passo con i tempi (per non dire modaiolo): pezzi brevi e concisi e melodie killer. Il successo di critica non è travolgente, ma quello di pubblico permette alla band di mettere in piedi un tour in piena regola, arrivando a suonare anche nel nostro paese in diverse occasioni. Non c’è però tempo per tirare il fiato che Baldi e compagnia si rimettono immediatamente all’opera. Questa volta, a produrre il tutto, viene chiamato niente meno che il celebre Steve Albini. Il risultato è ATTACK ON MEMORY, otto pezzi nettamente più spigolosi rispetto al passato, di stampo indie rock, ma con una netta componente post punk (“Wasted days”, seconda traccia del disco, arriva a sfiorare i nove minuti su una durata complessiva di trentacinque) fino ad ora mai così evidente. Nonostante il netto passo avanti per il combo di Cleveland, la critica anche questa volta si divide, alcuni accogliendo il nuovo corso con entusiasmo (vedi la bibbia indie statunitense Pitchfork che lo ha decretato primo disco “Best new music” del 2012), altri in maniera più tiepida. Alla fine dell’anno la band comincia a lavorare al quarto album che si annuncia meno melodico e più rumoroso. Bisogna però aspettare oltre un anno per ascoltarlo: annunciato dal singolo “I’m not part of me” e prodotto da John Congleton, HERE AND NOWHERE ELSE è in uscita il 1° aprile 2014. Segue un tour il cui itinerario prevede anche l’Italia. A tre anni di distanza esce LIFE WITHOUT SOUND, il quarto album in studio. (21 feb 2018)