Non è proprio totalmente vero che fu Alan McGee a scoprire gli Oasis. Solo che, a furia di ripeterlo, l’affermazione è ormai diventata accettata e anche gli stessi Oasis si sono stufati di contestarla. McGee, discografico inquieto ed obliquo, anticipatore delle tendenze, ha scritto per il “Guardian” un articolo in cui indica, s’intende secondo i suoi (personalissimi) gusti, quali sono i gruppi che nel 2008 occorre proprio ascoltare.
Black Affair: electro-pop a cura di Steve Mason, ex della Beta Band.
Flying Lotus: un nuovo Dr. Dre. E’ Steven Ellison, nipote del grande Alice Coltrane.
Glasvegas: la miglior band di Glasgow da anni a questa parte. Combinano Jesus and Mary Chain con Sam Cooke ed il primo Elvis Presley.
Howlin’ Rain: il frutto del chitarrista Ethan Miller. Messi sotto contratto da Rick Rubin.
Whitest Boy Alive: l’emanazione di Erland Øye, ex Kings Of Convenience. “Se ci fosse giustizia i Whitest Boy Alive sarebbero in cima alle classifiche pop sino alla fine dei tempi”.
Everest: un po’ alla Jayhawks, gli Everest coniugano le chitarre di Neil Young in epoca 1971 con i giri di basso di Paul McCartney.
Soulsavers: “Con la collaborazione di Mark Lanegan, i Soulsavers salveranno il pop. Un solo goccio del loro singolo ‘Revival’ vi farà chiedere perché i Verve abbiano avuto bisogno di tornare assieme visto che Ashcroft e soci non scriveranno mai una canzone migliore di questa”.
Singer: i primi concerti dei Singer sono più che promettenti. Creatura di Rob Lowe, ex 90 Day Man, architetto del rumore.
Spinnerette: creazione di Brody Dalle, ex Distillers. “I pezzi che ho sentito sono più art-pop che punk-rock”.
Hatcham Social: influenzati dai Josef K, “un meraviglioso gruppo pop col batterista più cool del mondo”.
Alan McGee è nato il 29 settembre 1960 in Scozia ed è stato grande animatore della scena indie britannica di metà anni Novanta con la sua etichetta Creation Records. Ora è il manager dei Dirty Pretty Things di Carl Barat, ex socio di Pete Doherty ai tempi dei Libertines.
Black Affair: electro-pop a cura di Steve Mason, ex della Beta Band.
Flying Lotus: un nuovo Dr. Dre. E’ Steven Ellison, nipote del grande Alice Coltrane.
Glasvegas: la miglior band di Glasgow da anni a questa parte. Combinano Jesus and Mary Chain con Sam Cooke ed il primo Elvis Presley.
Howlin’ Rain: il frutto del chitarrista Ethan Miller. Messi sotto contratto da Rick Rubin.
Whitest Boy Alive: l’emanazione di Erland Øye, ex Kings Of Convenience. “Se ci fosse giustizia i Whitest Boy Alive sarebbero in cima alle classifiche pop sino alla fine dei tempi”.
Everest: un po’ alla Jayhawks, gli Everest coniugano le chitarre di Neil Young in epoca 1971 con i giri di basso di Paul McCartney.
Soulsavers: “Con la collaborazione di Mark Lanegan, i Soulsavers salveranno il pop. Un solo goccio del loro singolo ‘Revival’ vi farà chiedere perché i Verve abbiano avuto bisogno di tornare assieme visto che Ashcroft e soci non scriveranno mai una canzone migliore di questa”.
Singer: i primi concerti dei Singer sono più che promettenti. Creatura di Rob Lowe, ex 90 Day Man, architetto del rumore.
Spinnerette: creazione di Brody Dalle, ex Distillers. “I pezzi che ho sentito sono più art-pop che punk-rock”.
Hatcham Social: influenzati dai Josef K, “un meraviglioso gruppo pop col batterista più cool del mondo”.
Alan McGee è nato il 29 settembre 1960 in Scozia ed è stato grande animatore della scena indie britannica di metà anni Novanta con la sua etichetta Creation Records. Ora è il manager dei Dirty Pretty Things di Carl Barat, ex socio di Pete Doherty ai tempi dei Libertines.
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