Jimi ama improvvisare ogni sera allo Scene, il locale aperto da Steve Paul al 301 della 46esima strada ovest di New York, in una parte della città chiamata Hell’s Kitchen. Chi c’è, c’è. Certo, c’è il rischio che a volte arrivi qualche pazzo che crede di saper cantare o suonare e voglia farlo con Jimi. A volte arriva qualcuno che sa cantare da dio ma è pazzo lo stesso. Come Jim Morrison.
È il 7 marzo 1968. Jim Morrison entra allo Scene mentre Hendrix sta improvvisando una grandiosa “Red House” con alcuni membri dei Young Rascals. Jim è ubriaco perso, come quasi sempre. Sale sul palco, cade in ginocchio, lancia un ruggito che sembra più un urlo disperato, si avvicina a Jimi e gli dice: “Voglio succhiartelo! Lascia che te lo prenda in bocca!”. Hendrix finge di non aver capito, si allontana e si lancia in uno dei suoi assoli incendiari. Jim Morrison improvvisa qualche verso, più osceno che poetico. Hendrix fa cenno a uno dei suoi di allontanarlo. Jim Morrison scende, indietreggia, inciampa in un tavolo e rovescia il contenuto dei bicchieri su alcuni clienti tra cui Janis Joplin. Tutto documentato dai nastri gelosamente custoditi negli archivi del locale e dalle fotografie di Linda Eastman, non ancora Linda McCartney, grazie ai cui scatti si ha davvero la prova che tutto questo è accaduto veramente.
Questo aneddoto è tratto da “Rock Bazar”, un libro di Massimo Cotto edito da Vololibero Edizioni e Virgin Radio, che raccoglie 575 racconti tratti dall’omonima trasmissione radiofonica che narra storie vere e leggende, eccessi e follie delle rockstar.