Prosegue con il botto, anzi i botti, quella che è ormai una tradizione del tour degli Arcade Fire: le cover "localizzate", overo canzoni riprese dal repertorio di band originarie della città in cui si esibisce il grupppo canadese. Arrivati a New York, oltre a suonare canzoni altrui gli Arcade Fire hanno invitato anche ospiti sul palco del Barcalys Center di Brooklyn. La prima sera si è esibito con loro David Johansen, già frontman delle New York Dolls, storica band del glam-punk di fine anni '70. Johansen è stato però coinvolto in un suo altro alter ego, quello del crooner Buster Poindexter, e della sua "Hot hot hot".
La seconda sera è toccato invece ad un'altra leggenda cittadina: i Ramones, o quello che ne rimane, ovvero il batterista Marky Ramone, coinvolto nelle cover di “I don’t wanna go down to the basement” e “I wanna be sedated”. All'inizio del concerto, riportano i media statunitensi, la band aveva "illuso" il pubblico, facendo cantare ai "pupazzi" che compaiono sul palco "Psycho killer". Ma niente Talking Heads, durante il concerto. Sempre che nella terza sera, quest sera, non cambino idea...