
Le numerosissime richieste telefoniche e via mail avevano convinto gli organizzatori a spostare prudentemente l’evento dalla Libreria Feltrinelli ai Magazzini Generali. D’altra parte è noto come i fan dei Duran Duran siano un nucleo particolarmente agguerrito e desideroso di avere contatti continui con i propri beniamini. Così non ha affatto stupito vedere ieri oltre 500 persone assiepare il salone concerti del locale milanese per presenziare ad una “signing session” del libro “NEL RITMO DEL PIACERE - Amore, morte & Duran Duran”, autobiografia ufficiale scritta dal bassista della band, John Taylor. Fin dal mattino presto un folto gruppo di persone era davanti ai cancelli in via Pietrasanta, per acquistare il tagliando, unica garanzia di poter assistere all’appuntamento.
Se dapprima era stato paventato un reading, alla fine di parole se ne sono fatte davvero poche, nel senso che dopo una brevissima introduzione da parte del portavoce dell’Arcana Editore (che ha curato la traduzione e la stampa in Italia del volume), Taylor si è posizionato al tavolo, firmando incessantemente copie del libro, dispensando parole e sorrisi a tutti e raccogliendo un’incredibile serie di regali che i presenti avevano deciso di recapitargli.
Di ciò che l’autobiografia contiene, nemmeno una parola, del resto meglio lasciare spazio alla fantasia e al desiderio di leggere tutte d’un fiato le oltre 400 pagine, per scoprire i segreti di un uomo innamorato della musica, che proprio dalla musica ha avuto il salvacondotto per la vita. Dall’altare alla polvere, andata e ritorno per tre volte. La vita sregolata di chi, poco più che adolescente diventa ricco e famoso. La droga, il sesso, i vizi e ancora la musica per dimenticare e ritornare una persona normale.
La sua band è ben presente nella storia che racconta, ma non è mai coinvolta nelle scorribande di John. Contrariamente a quanto avrebbero scritto altri, pur di vendere qualche copia in più, Simon, Nick e Roger sono descritti in modo positivo, nessun accenno alla condivisione delle sue debolezze. Onore, dunque, a chi racconta se stesso e non i fatti altrui.
Ogni piccolo aneddoto è raccontato al passato, come se oggi Taylor non fosse più quel “bellone” dei Duran Duran che faceva impazzire le ragazzine. Anche se poi, viste tutte le attenzioni che Milano gli ha riservato, tutto il fascino antico è ancora presente, anzi è di splendida attualità.
(Vincenzo Nicolello)