In un'intervista rilasciata a Mario Luzzatto Fegiz sul Corriere della Sera, Vasco Rossi chiarisce ulteriormente i suoi progetti per il futuro, puntualizzando quali siano, a suo parere, le "nuove maniere", i "nuovi modi", e come intenda "cambiare le vecchie regole anche nel modo e nei tempi di uscita delle mie canzoni": "Sono cambiati i modi i tempi. Voglio mettere canzoni in Rete quando ne ho voglia, provocare, creare. Sparigliare. Eccomi qua, prigioniero di una struttura di spettacolo talmente grande che entra solo in pochissimi stadi italiani. Che bella soddisfazione! Quanto ai dischi sono quattro anni che litigo con quelli della Emi per fare ogni tanto un brano da mettere in rete senza essere obbligato a fare un album con tutti i riti pagani della presentazione" (anche se la EMI, per voce del suo amministratore delegato Marco Alboni, ha rivendicato con Rockol di aver sempre sostenuto le scelte del Komandante in materia di pubblicazioni digitali). Riguardo al suo stato di salute, Vasco è molto sincero: "Il vero problema è che non hanno capito cosa ho. C’è una macchia nera sopra i polmoni - che non sembra un tumore - e poi un dolore come se avessi una palla di grasso fra le scapole. Dolori pazzeschi. Mi hanno rivoltato come un calzino, mi hanno riempito di antibiotici e antidolorifici. Ma non è stata fatta una diagnosi precisa. E questo non mi piace". Non poteva mancare, ovviamente, alla polemica col collega Luciano Ligabue: "Finiamola con questa storia che un artista non accetta mai di parlar male di un collega. Cerchiamo di non essere ipocriti. Io non sopporto il signorile silenzio di Ligabue che avalla l’idea che fra noi ci sia una competizione, una gara. Evidentemente lui crede davvero di poter competere con me. Dovrebbe invece dire apertamente e onestamente che in realtà abbiamo strade diverse, percorsi non confrontabili per molte ragioni (le uniche dichiarazioni in merito, il rocker di Zocca, le riferì in occasione della conferenza stampa di Campovolo 2.0, ndr). Invece tace, avallando questa specie di gara. Presuntuoso e arrogante. Basta sentire una canzone come 'Fra palco e realtà' per capire che si sente un superuomo".