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Amy Winehouse: confermata la morte, si sospetta un'overdose

Amy Winehouse: confermata la morte, si sospetta un'overdose

Nick Buckley, responsabile delle news presso il Sunday Mirror di Londra, ha confermato la morte di Amy Winehouse: "Le autorità hanno confermato che Amy Winehouse è stata trovata cadavere nel suo appartamento nella zona nord di Londra, alle 15.45. Le cause della morte sono da ricercarsi in una presunta overdose di alcool e droga". Amy Jade Winehouse era nata il 14 settembre 1983 da una famiglia di origine ebreo-russa a Southgate, quartiere settentrionale di Londra. A sedici anni viene notata dall’astuto ideatore di “Pop Idol”, Simon Fuller, che la mette sotto contratto con la sua agenzia di management, 19 Entertainment, procurandole un contratto discografico con la Island Records. Il primo album, "Frank", esce nel 2003 riscuotendo subito un ottimo successo di critica e di pubblico (disco di platino, oltre 300.000 copie vendute) grazie alle sofisticate sonorità vintage e jazzate ma soprattutto alla sorprendente voce della cantante, “nera” e molto più matura di quanto la sua giovane età potesse far supporre. Il singolo “Stronger than me”, composto dalla Winehouse col produttore Salaam Remi, le frutta anche un Ivor Novello Award, prestigioso premio inglese riservato ad autori e compositori musicali. L’inquieta Amy era tuttavia insoddisfatta dei risultati, a suo modo di vedere troppo manipolati in studio e poco in linea con le sue vere aspirazioni musicali: decise dunque di prendersi un lungo periodo sabbatico durante il quale restò sulle pagine dei giornali di gossip e delle testate musicali soprattutto in virtù di una serie di gaffe, incidenti e intemperanze avevano a che fare con la sua passione per gli spinelli e l’alcol (di questo parlava esplicitamente il successivo singolo “Rehab”) ma anche, pare, con ricorrenti crisi depressive.
Perso drasticamente peso, si ripresentò a fine 2006 con un nuovo disco, "Back to black", ispirato alla musica dei gruppi vocali femminili anni ’50 e ’60, a Phil Spector e alla Motown: coprodotto ancora da Remi a fianco di Mark Ronson (Robbie Williams, Christina Aguilera, Lily Allen) e lanciato dal succitato “Rehab” (top ten in Gran Bretagna), il cd scalò le classifiche inglesi raggiungendo il numero uno nel gennaio del 2007. Intanto piovevano altri riconoscimenti (un Brit Award come migliore artista britannica di sesso femminile) e gratificazioni anche da parte di colleghi blasonati come Paul Weller, che condivise il palco con lei in un paio di occasioni.
Il 2007 vide la crescita inarrestabile della sua fama e del suo successo e il susseguirsi di gossip e notizie sulla sua disastrata vita privata, tra liti con il marito, uscite pubbliche imbarazzanti e problemi di dipendenze. Il culmine arrivò nel 2008, quando le venne inizialmente rifiutato il visto di ingresso negli Stati Uniti, dove sarebbe dovuta recarsi per partecipare alla cerimonia dei Grammys. Si esibì comunque in collegamento dall'Inghilterra, risultando la trionfatrice della serata, con ben cinque premi.
Gli anni successivi furono molto, molto tormentati: Amy fece notizia soprattutto per i suoi problemi di dipendenza, le continue liti con il compagno/marito Blake Fielder-Civil (da cui divorziò definitivamente nel 2009), e l'incapacità di dare un seguito alla sua carriera discografica. Riuscì a tenere qualche concerto sparso qua e là, ma la prima vera tournée, organizzata in Europa per l'estate del 2011, naufragò dopo la prima data a Belgrado, in cui la cantante si presentò visibilmente alterata e incapace di cantare.

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