
"Fanno vomitare": non usa mezzi termini Howie Klein, già presidente della Reprise Records (etichetta che nel proprio roster conta, tra gli altri, Neil Young, Eric Clapton, Depeche Mode, Green Day ed altri) ed oggi influente blogger di area democratica, per definire quanto emerso dai cablogrammi intercettati da Wikileaks e pubblicati dal New York Times a proposito delle esibizioni a pagamento di popstar come Mariah Carey, Beyoncé e Usher per la famiglia di Gheddafi. "Ci sono queste popstar, come Usher e Beyoncé, che sono andati alle feste con questi criminali libici, gente che ha sottratto al proprio Paese e al proprio popolo miliardi e miliardi di dollari. La cosa che li accomuna è l'essere cleptocrati. Entrambi vogliono tutto, e hanno famiglie che vogliono tutti i soldi per se. E vedere una sana e corretta popstar americana o inglese essere coinvolta in situazioni del genere mi fa venire voglia di vomitare". "Quando ci si trova davanti a cachet esorbitanti, spesso si viene abbagliati dalla posta in gioco senza considerare da dove vengano i soldi, dimenticando che accettarli, in un certo senso, sia avallare la propria provenienza", ha commentato David Viecelli, manager di Arcade Fire ed altre importanti band: "Con questo non voglio dire che Beyoncé o Mariah Carey non abbiano agito secondo etica, perché - probabilmente - loro non erano al corrente dei dettagli. E' altrettanto vero, però, che quando dal figlio di Gheddafi arrivano proposte del tipo 'Ho 50 milioni di dollari in tasca, dai, vieni a cantare per me e per i miei amici', credo sia opportuno rifiutare. Sapevamo tutti chi fosse Gheddafi, anche prima che scoppiassero le rivolte. Accettare dei soldi da lui o dalla sua famiglia facendo finta di niente - questo sì - è tutto fuorché etico". Imbarazzo e bocche cucite da parte delle star coinvolte e dei relativi management: la parola d'ordine, a quanto pare, sia erigere un muro di gomma che faccia dimenticare la faccenda al più presto. La AEG Live, agenzia che cura gli interessi di Usher, ha fatto sapere che nessun comunicato al proposito verrà diramato. Chris Lighty, il manager della Carey, contattato dall'edizione americana di Rolling Stone, non ha nascosto un certo imbarazzo: "No comment. Non posso dire nulla, sapete com'è...". Mathew Knowles, padre e manager di Beyoncé, non ha al momento rilasciato dichiarazioni.