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Un nuovo tour (con Herbie Hancock), un nuovo singolo e un nuovo sito: mica male, la ragazza...

Giorgia in tour con Herbie Hancock: l’intervista che Rockol vi propone è stata realizzata alla vigilia della seconda data della tornata di concerti che vede la ‘giovane cantante romana’ – come la chiamano mandandola in bestia i giornalisti – insieme a uno dei nomi illustri del jazz internazionale. Erano passate poche ore dal debutto del tour, avvenuto al prestigioso Festival di Montreux il 12 luglio scorso (per conoscere il calendario completo, consultate l’area concerti di Rockol, ndr), e l’occasione si è rivelata proficua per fare il punto su questa esperienza – sicuramente fuori dal comune – e su una serie di novità che bollono in pentola, come la pubblicazione del nuovo singolo “Girasole” e lo sbarco online del suo sito ufficiale nuovo di zecca, all’indirizzo www.giorgia.net. Per il resto ecco a voi il resoconto della conversazione…

Allora, ti sei ripresa dopo Montreux?
Eh…lasciamo perdere, va. Ieri, dopo il concerto, ero distrutta! A parte il viaggio e tutto il resto, che uno è abituato, ma è proprio l’emozione di aver cantato a Montreux con Herbie Hancock che ti stronca! Alla fine ho dormito tutto il giorno. E adesso invece sto in crisi perché non so come vestirmi per stasera…Non voglio essere troppo elegante, che poi però sembro antica…però neanche mi posso mettere in jeans! Dai, iniziamo…

Parliamo subito di questa esperienza con Herbie Hancock, che in questo momento mi sembra l’argomento principale…
Sì, è anche quello che mi assorbe di più…

Come è nata l’avventura?
E’ nata questo inverno, perché l’agenzia con cui io faccio concerti (D’Alessandro & Galli, ndr) portava in Italia Hancock per fargli fare un po’ di promozione in seguito all’uscita del suo disco dedicato a Gershwin (“Gershwin’s world”, Verve, ndr). Tra i vari passaggi televisivi ce ne sarebbe stato uno a “Taratatà”, programma musicale di Raiuno, e la mia agenzia gli ha proposto l’idea di un duetto. Lui ha ascoltato un po’ di cose mie e ha detto di sì: poi noi ci siamo conosciuti proprio a Bologna, in occasione delle registrazioni del programma; abbiamo fatto questa cosa con due pezzi di Gershwin e due pezzi miei insieme ai suoi musicisti, e già questa cosa mi sarebbe bastata! Poi invece è venuta fuori la notizia che lui quest’estate sarebbe ritornato in Europa a fare alcuni Festival, ed è stato proprio lui a ripropormi la collaborazione, che io ho accettato subito. Gli ho chiesto se avremmo potuto cantare anche delle mie canzoni, e così adesso stiamo in tour insieme!

Immagino che un musicista come Herbie Hancock abbia trasformato in parte le tue canzoni…
Assolutamente sì! Sono trasformate e la cosa bella di questa esperienza con lui è che mi sta facendo dimenticare qualsiasi suddivisione a seconda del genere musicale: non esiste pop, non esiste jazz, l’atteggiamento che lui ha nei confronti della musica – da grande quale è – è di libertà assoluta, per cui si prende un pezzo, ci si entra dentro e se ne fa anche un‘altra cosa. E la stessa cosa succede per le mie canzoni, che diventano altre cose; per me è divertente ed è anche una specie di viaggio incredibile, perché quando le canto mi trovo a tirare fuori delle note che non immaginavo, alle quali arrivo perché mi ci fa arrivare lui.

E’ un procedimento che probabilmente ti verrà buono anche per i tuoi prossimi album…
Sì, anche se non so ancora in che modo quest’esperienza mi cambierà. Comunque è certo che questa cosa si va ad aggiungere alla voglia che ho io di cambiare in continuazione le mie canzoni; fosse per me le farei diverse ogni sera, ma spesso la gente vuole sentire le canzoni nel modo più vicino possibile al disco…comunque con lui mi sto sfogando, e ho anche l’alibi adatto: canto con Herbie Hancock! Pensa che l’altra sera a Montreux mi sono persa: ad un certo punto ho sbagliato tre parole di una canzone, “The man I love”, e allora dopo il concerto sono andata a chiedergli scusa. Lui non solo mi ha detto che non si era accorto del mio errore, ma anche che il fatto di essermi persa all’interno di una canzone era positivo, perché perdersi significa iniziare a creare, mentre fino a quando uno riesce ad eseguire tutto a perfezione vuol dire che non si lascia andare…

Certo, con un maestro così si sta tranquilli…
E infatti dopo che lui mi ha detto questa cosa me ne sono andata a dormire quasi contenta di aver sbagliato!

Prima di conoscere Hancock avevi già frequentato il mondo di Gershwin, oppure i tuoi riferimenti musicali erano quelli che tutti conosciamo, cioè il soul?
La cosa buffa è che io con il jazz non c’entro assolutamente niente…è un genere di musica che ho avvicinato da grande rispetto a tutto il resto. Avevo già 16-17 anni e una formazione musicale di tutt’altro genere, e che mi aveva portato a pensare che la musica fosse tutt’altra. E non ho mai cantato le cose di Gershwin: sono le prime volte che canto “Summertime” o “The man I love”, anche se conosco tutto il materiale che Hancock suona durante il concerto. Sono canzoni che non ho mai affrontato; “The man I love” l’ho sempre ascoltata solo nella versione di Billie Holiday, che secondo me dovrebbe esistere solo la sua versione e nient’altro. E infatti mi sento un po’ un verme a cantarla anch’io, ma tanto l’abbiamo talmente stravolta che sembra un’altra canzone!

Cosa fate insieme oltre ai pezzi di Gershwin?
Un po’ di cose mie, solo che le proviamo oggi pomeriggio! D’altra parte lui è fatto così…quando gli ho detto «Ma non proviamo?», lui mi ha risposto: «Ma sì, a Perugia abbiamo il soundcheck lungo, possiamo provare quanto vogliamo». Capisci? Tutto l’opposto di quello che facciamo noi, che passiamo le ore a provare perfino le cose che dobbiamo dire…qui invece niente, si prova poco così si è più liberi di inventare. E’ una cosa che mi fa molto bene, e anche se per un po’ mi porta lontano dalle logiche incentrate su promozione, video e disco, sono contenta che le cose vadano così…

Come ha reagito il pubblico di Montreux? E non hai paura che questa cosa per l’appunto ti allontani un po’ dalle tue abituali frequentazioni, in termini di pubblico?
A Montreux il pubblico ha reagito molto bene. Sono stata accolta benissimo, anche perché mi ha presentato Hancock, e questo entusiasmo mi ha permesso di arrivare tranquilla fino alla fine, visto che all’inizio avevo molta paura. Probabilmente la gente che mi ha sentito l’altra sera non conosce i miei dischi pop, però è anche vero che io canto in questo modo qualsiasi sia la canzone, per cui forse questa esperienza aiuta anzitutto me ad avvicinarmi di più alle cose che faccio in maniera più rilassata, spontanea. L’altra sera mi sono posta poco il problema anche perché a Montreux non mi conoscono, mentre per stasera, che canterò a Perugia, sono più preoccupata, perché conosco molta più gente e perché gli italiani che fanno cose con artisti stranieri vengono sempre seguiti con molta curiosità. In ogni caso è una cosa talmente bella che ogni eventuale problema in questo momento è secondario.

“Girasole” coincide con una nuova indipendenza artistica, dopo anni in cui spesso eri divisa tra diversi team di lavoro. Cos’è successo?
E’ la vecchiaia!!! Crescendo si imparano un paio di cosette…in realtà io mi sono trovata a fare dischi proprio per gioco. Il mio primo album l’ho fatto con le stesse persone con cui suonavo nei club la sera per cui era una specie di ‘dopolavoro’ fare il disco. Ho vissuto gli altri miei dischi in maniera incosciente, un po’ perché non avevo la testa, un po’ perché mi mancava l’esperienza, l’età per capire cosa stava succedendo. “Girasole” rappresenta una presa di coscienza cui hanno fatto seguito una serie di cambiamenti, con vecchi rapporti che si chiudono e nuovi rapporti che si aprono. E’ stato importante avere accanto a me, in questa fase di cambiamento, un artista come Pino Daniele. Se non avessi fatto un disco con lui non sarei mai stata capace di fare un disco da sola, e se non avessi visto la tranquillità con cui lui affronta i cambiamenti forse non sarei riuscita a rimanere così serena durante il periodo precedente a “Girasole”. Dal punto di vista discografico Pino mi ha insegnato che un disco è un documento, è qualcosa che resta, per cui è necessario che tu lo faccia proprio come te lo senti. Quindi mi sono messa lì e sono stata dentro al disco dalla scrittura delle canzoni alla masterizzazione.

Adesso con Pino Daniele siete anche compagni di scuderia: questo significa che potreste tornare a lavorare insieme?
Ma in verità la nostra collaborazione non si è mai interrotta, nel senso che sono stati soltanto tempi tecnici a non farci lavorare insieme per “Girasole”: Pino era impegnato con il suo disco mentre io volevo uscire con il mio, e allora ho deciso di registrarlo da sola. Così penso proprio che non ci sia niente a ostacolare future collaborazioni, anche se non ne abbiamo ancora parlato.

E con Hancock c’è la tentazione di registrare qualcosa insieme, oppure di questa collaborazione rimarrà soltanto il ricordo dei concerti?
Per il momento non se n’è parlato, però se il feeling resta questo, perché no? Se lui accetta, magari! Non è escluso, poi non so com’è lui in studio…

Potrebbe essere come in “’Round midnight”…
Madonna!! Non mi ci fare pensare…se succede, poi cambio lavoro!

Tornando al discorso relativo ai tuoi dischi, perché secondo te in Italia fare la cantante pop è un lavoro che riesce a pochissima gente?
Non lo so, continuo a chiedermelo anch’io! Non vorrei fare del femminismo banale, però per le donne è più difficile… il sistema della musica poi è velocissimo, per cui durare è molto più difficile che fare dischi. Le cose si consumano con grande velocità, per cui dipende anche dallo spirito con cui fai i dischi. Se ci credi, magari ce la fai a durare. E poi quella discografica è un’azienda in crisi, con prezzi altissimi, nessun tipo di promozione… non funziona. Per cui uno ce la fa soltanto se è veramente molto concentrato sul suo lavoro.

A proposito della tua libertà artistica, in questi giorni arriva anche un tuo sito ufficiale su internet…
Sì, www.giorgia.net. E’ bellissimo…ed è estremamente facile sia come indirizzo che come modo di consultazione. Avevo una pagina sul sito della mia casa discografica, e poi due siti non ufficiali molto belli, per cui era arrivata l’ora di farmi un sito ufficiale che fosse almeno all’altezza degli altri. La cosa che più mi piace di internet è questa possibilità di dialogare molto velocemente con la gente, sentire domattina le impressioni di chi ha visto il mio concerto di stasera. Si parla tanto di impersonalità della comunicazione, a proposito di internet, ma invece alcune cose sono molto dirette e immediate.

Che idea ti sei fatta della gente che ti ascolta, dopo aver letto le lettere che ti arrivano sul sito oppure al fans club?
Sono matti!!! In realtà credo che la gente che fa i lavori per così dire ‘normali’ sia molto più artista e folle di noi, che alla fine siamo quasi degli impiegati alla ricerca del brivido artistico. E così attingere alla loro vena di follia mi aiuta molto. Sul mio sito abbiamo creato una zona senza censura dove ognuno può scrivere quello che vuole, e arrivano dei messaggi fantastici. Sono contenta che ci sia questa bacheca, dove anche se scrivi una parolaccia quella rimane perché nessuno può toglierla. Speriamo bene, perché anche il sito di Forza Italia aveva fatto una cosa del genere e l’ha dovuta sospendere dopo pochi giorni: Arrivava di tutto…Comunque adesso inizierò anche a rispondere via mail ai miei fans, e credo che la risposta immediata sia molto più affascinante delle vecchie lettere con francobollo che arrivano dopo una vita…

Hai anche un singolo nuovo in circolazione, “Girasole”, un pezzo molto estivo…
Sì, anche se nessuno si è accorto che “Girasole” ha delle allusioni a sfondo sessuale niente male. E’ un pezzo un po’ ‘zozzo’, direi…molto ambiguo. E’ una canzone erotica ma non se n’è accorto nessuno, al punto tale che ho fatto un video dove c’è un gruppo di ragazzi che pomiciano, così forse adesso lo capiscono tutti!

E dopo il tour con Hancock cosa farai?
Be’, aspetto di partire con il mio tour che inizierà in autunno/inverno: vorrei fare un giro dei club ed evitare i teatri, ritornare un po’ agli inizi, e poi mi piacerebbe anche suonare nelle scuole. Insomma, tutto pur di cantare dal vivo, che alla fine è il vero motivo per cui faccio tutto questo…

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