Eric Clapton - CLAPTON - la recensione

“Questo disco non è assolutamente quello che avevo intenzione fosse. E' molto meglio, perchè ho semplicemente lasciato che le cose succedessero. Sarà una sorpresa per i miei fan come lo è stato per me stesso”.
Eric Clapton ha presentato con queste parole il suo diciannovesimo album in studio intitolato semplicemente “Clapton”, una raccolta di canzoni pescate dal repertorio country-blues e traditional degli Stati Uniti. Ecco allora rivisitazioni di brani come “Travelin' alone” del bluesman Lil'Son Jackson, “Rockin' chair” di Hoagy Carmichael (già registrato da leggende come Louis Armstrong e Frank Sinatra), “River runs deep” e “Everything will be alright” di J.J. Cale, “Judgment day” dell'armonicista Snooky Prior, “How deep is the ocean” del compositore Irving Berlin (già rivisitata da Sinatra, Ella Fitzgerald, Diana Krall, Billie Holiday), “Can't hold out much longer” dell'armonicista blues Walter Jacobs, “That's no way to get along” un blues di Robert Wilkins, il classico “When somebody think you're wonderful” di Harry M.Woods, “Hard time blues” di Lane Hardin e “Autumn leaves” (tratta dal testo in francese di Jacques Prevert “Les feuilles mortes”). Due soli brani sono stati composti per l'occasione: “Diamonds made from rain” e “Run back to your side”, quest'ultima co-scritta dallo stesso Clapton.
Molto densa anche lista degli ospiti che hanno contribuito alla realizzazione di “Clapton”: lo stesso JJ Cale (con il quale Eric co-firmò il suo precedente lavoro “The road to Escondido” nel 2006), Derek Trucks alla chitarra, Jim Keltner alla batteria, Wynton Marsalis alla tromba, Allen Toussaint al piano, le cantanti Nikka Costa e Sheryl Crow ed il leggendario Steve Winwood.