Se nel primo album si parlava di un ritorno a casa, ora si riflette su questa permanenza e si canta della bellezza come inganno.
“Stare bene” è il secondo album di Non Giovanni, al secolo Giovanni Santese, cantautore pugliese classe 1983. Il disco arriva a tre anni di distanza dal precedente “Ho deciso di restare in Italia” e in un certo modo ne riprende il filo concettuale per poi andare ad esplorare nuovi lidi e raccontare una parte della storia ancora inedita, il tutto sotto l’egida di un cantautorato pop decisamente ben strutturato, molto solido e ricco di melodia.
Dieci tracce di musica pop che parlano di vita e di amore, di stare bene e stare male. L’ansia e lo stress del presente, l’amore per una donna e l’amore per la musica, la gioia di mettere al mondo dei figli, la paura di crescerli, la follia, la bellezza, la forza di essere umani.
“Stare bene” è nei fatti un disco contemporaneo, molto attuale.
Funziona bene inserito nell’odierno ambito pop del nostro paese, lo stesso campo da gioco in cui i Thegiornalisti hanno recentemente fatto faville, andando a sconfinare poi nel mainstream, e in cui Colapesce sta tornando con l’intenzione di riprendersi lo scettro. In mezzo a tutto questo marasma, Non Giovanni rientra senza fare troppo rumore ma con dei pezzi che semplicemente… funzionano. L’onda lunga del revival anni Ottanta sembra non esaurirsi mai, e basta ascoltare “Stare bene con te”, secondo pezzo in scaletta, per capire di che cosa stiamo parlando. Niente di nuovo, va bene, ma diciamo che in questo preciso momento storico questo è quello che va; il gusto del pop si è settato sulla modalità synth e c’è poco da fare. Di buono c’è che per fortuna Non Giovanni è in grado di fare questo ed altro; arrivare tra i finalisti per la Targa Tenco nel 2015 (Miglior Opera Prima) non è un caso. “Questa è la migliore” si stacca stilisticamente dal manifesto di cui sopra, così come “L’attesa”, la ballad “Negli occhi che hai”, pezzo molto dolce e impreziosito da un’interpretazione divertente e raffinata alla De Gregori, o la stramba “Erasmus”, il pezzo in cui la verve compositiva di Santese si sposa con una serie di arrangiamenti molto meno scontati del previsto, creando una marcetta sghemba dai chiari influssi psichedelico/beatlesiani. “Dan Brown”, “Mare”, “Piccola te”, “Quest’estate” e “Non lasciarmi indietro” si spartiscono invece l’onere di iscrivere Non Giovanni al registro del Pop di cui sopra.
Categoria in cui “Stare bene” è destinato a fare la sua più che dignitosa figura.
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