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«INNAMORATI DELLA VITA - Valerio Lundini & i Vazzanikki» la recensione di Rockol

Guai a sottovalutare Valerio Lundini: potreste ricredervi

Il nuovo album del comico e dei suoi Vazzanikki è un gioiellino: ma per salire sul carro è tardi.

Recensione del 06 lug 2024 a cura di Mattia Marzi

Voto 8.5/10

La recensione

Sì, certo, “Una pezza di Lundini”, il programma che tra il 2020 e il 2022 - quando fu preso sotto la sua ala protettiva da quella figura mitologica della tv italiana che è Giovanni Benincasa, autore già dietro al successo dei programmi tv di Raffaella Carrà e Renzo Arbore - lo ha fatto conoscere a tutti, già diventato un cult della tv italiana nonostante la chiusura di due anni fa. Non tutti, però, sanno che Valerio Lundini nasce come musicista e che l’umorismo è arrivato solamente dopo. I Vazzanikki - il nome è un “omaggio” alla voce di “Zingara”: “Ce l'aveva dato Greg, di Lillo e Greg. Buttava lì nomi divertenti da dare a band che non avrebbero fatto carriera come è stato il nostro caso”, ha raccontato il comico romano - debuttarono nel 2009 come progetto rock’n’roll e rockabilly di matrice americana Anni ’50: nei loro show Lundini (piano, tastiere, voce), Andrea Angelucci (chitarra acustica e voce), Gianluca Sassaroli (batteria e cori), Paolo Di Girolamo (contrabbasso, basso e cori), ai quali si sono aggiunti Flavio De Novellis (chitarre elettriche) e Olimpio Riccardi (sax), non si limitavano solo a eseguire cover dei classici, ma anche brani originali in italiano che facevano emergere lo spirito caustico, ironico e talvolta nonsense dei componenti del gruppo (in rete circola ancora un video del 2011 in cui riarrangiano dal vivo insieme ad Alexia in chiave western le sue “Star” e “Ti amo ti amo”, tutto vero).

Nell'album d’esordio del 2013, “Fintage”, c’erano già tutte le caratteristiche di questo “Innamorati della vita”: pezzi suonati magistralmente, con testi demenziali, impregnati dell’humor e del nonsense tipico della comicità molto british di Lundini. Gli undici brani di “Innamorati della vita” sono una piacevole conferma per chi segue Valerio Lundini e i Vazzanikki da tempo e una scoperta per chi invece del Lundini musicista conosceva solo “La droga no”, il tormentone cantato a “Una pezza di Lundini”.

Guai a pensare che questo disco sia puro cazzeggio: significherebbe sottovalutare il talento di Lundini e dei suoi musicisti, virtuosi di tutto rispetto. E poi il disco - al quale hanno lavorato anche l’ex Two Fingerz Danti e Okgiorgio, vero nome Giorgio Pesenti, già braccio destro di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari - è prodotto da Christian Ice, vero nome Chrisian Nolli, ex componente dei Prophillax, gruppo rock demenziale di punta della scena romana degli Anni ’90 che ha acquisito uno status di culto nell’ambito della scena musicale underground capitolina e laziale.

I brani sembrano al tempo stesso fare il verso agli artisti ai quali i Vazzanikki si sono ispirati - da Antonello Venditti ai Pooh - e omaggiare i riferimenti. Il sax di “Parabola ascendente” sembra uscire fuori da un disco del Venditti Anni ’90. Il testo de “L’impunito” - con un cameo di Enrico Mentana, che finge di annunciare un servizio del suo TgLa7 - sembra fare il verso a quello di una canzone dei Baustelle e la scelta di Francesco Bianconi di prestarsi al gioco è da standing ovation: “l'impunito può far quello che gli va / l’Onu ed ogni stato unito gli ha concesso libertà / di sparare, devastare, di piazzare il tritolo qua e là / per quel fatto del genoma che è nel suo dna”. “Edoardo Bannato” è una parodia di “Sono solo canzonette”: “Sono Edoardo Bannato e vivo nel blackout / mi hanno oscurato ogni singolo account / da quando un giorno Anziché suonare il rock / ho postato un porno integrale su TikTok”. “Hombre!” è a metà strada tra quella “El Negro Zumbón” ballata da Silvana Mangano in “Anna” di Alberto Lattuada (filtrata da “Caro diario” di Nanni Moretti), una canzone di Cristiano Malgioglio e un pezzo di qualche superstar portoricana degli Anni Duemiladieci.

“Porto Badino” sembra un pezzo dei Pooh, con la chitarra à la Dodi Battaglia. Ma il testo è una parodia dei figli di papà di Roma Nord: “Eri bella coi capelli fatti / Piercing, tatuaggi, borsa zebrata / Io risvoltini, SUV bianco, cerchi in lega / Già sognavo domeniche e bambini insieme a te”. E ad un certo punto arriva pure Sergio Castellitto: “Ma te le ricordi, amore, le passeggiate a Porto Badino? / Ogni passo sulla sabbia scandiva un ritmo tutto nostro / Ti ricordi? Piangevo per il rapporto conflittuale che ancora avevo con mamma”. È il momento più surreale di un disco che consacra Valerio Lundini e dei Vazzanikki come eredi di quel filone che va dagli Skiantos e gli Squallor a Elio e le Storie Tese.

Tracklist

01. Parabola Ascendente (03:54)
02. Una e Una (03:17)
03. Ballo Male Forte (02:52)
04. L'Impunito (feat. Francesco Bianconi) (04:25)
05. Lonza (02:50)
06. Edoardo Bannato (03:17)
07. Hombre! (02:39)
08. Bollino Verde (03:10)
09. Porto Badino (feat. Sergio Castellitto) (03:12)
10. Smartelevisione (02:51)
11. Requiem for a Pin (feat. Noemi) (03:43)

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