All’altro capo del filo, per una breve chiacchierata con Rockol, c’è Brett Anderson. L’ex frontman dei Suede si trova in una Londra imbiancata da una inattesa e rara nevicata; ma mentre parla c’è il sole, intanto davanti alla redazione di Rockol scendono cascate d’acqua. Sono solamente parole in libertà, tanto per fare il punto, in generale, il secondo album solista di Brett, “Wilderness”, è uscito da qualche tempo ma in Italia esce adesso.
Rockol: “Hai appena terminato un breve tour europeo, anche se più avanti farai tappa pure a Mosca. Ti sei esibito in posti piuttosto inusuali. Li hai scelti tu?”
Anderson: “Funziona così: di solito non è l’artista a scegliere, c’è di mezzo un’agenzia. Io scelgo solo le offerte migliori. Lo so che questa cosa è poco romantica, ma sono affari anche questi. Fare concerti mi consente di poter proseguire il mio lavoro”.
R: “Sul forum del tuo sito leggo che molti fan si sono lamentati perché non hai incluso nel tour le loro nazioni. Cosa diciamo loro?”
A: “Come sopra. Spero di non dar l’idea d’una persona venale, ma non guadagno miliardi. Non posso fare un concerto in un Paese se non ho un minimo di garanzie; non posso permettermi di perdere un sacco di soldi. Scusa la franchezza, ma è così”.
R: “Il tuo album ‘Wilderness’ è stato disponibile per il download dallo scorso 29 luglio, poi è arrivato in tutti i negozi il 1° settembre. Sono ancora importanti per te le vendite di un disco, o fanno parte di un’idea del successo che appartiene al passato?”
A: “Non m’interessa essere famoso, non mi interessa il successo. Queste cose le ho avute entrambe con i Suede. Già visto, già fatto. Le vendite sono importanti solo nella misura in cui mi consentono di fare un altro album ancora: questa è la cosa più importante. Fare musica è la mia vita, non credo che riuscirei a fare altro”.
R: “Sono ormai trascorsi cinque anni dallo scioglimento dei Suede. Hai mai avuto la tentazione di fare una bella reunion, visto che da un paio d’anni tornano insieme quasi tutti quelli che avevano gettato la spugna?”
A: “No. Non credo… non so”.
R: “Neppure se ti offrissero molti soldi?”
A: “Certo che tu vuoi a tutti i costi farmi passare per venale (ridacchia). Beh, mettiamola così. Il problema è che i Suede hanno avuto due fasi, e uno dei problemi sarebbe quale fase riportare in vita. Eventualmente risolto ciò, allora sì che sarebbe possibile. Ma solo se ci offrissero una somma veramente molto alta, che poi impiegherei per continuare a fare musica nel modo che mi interessa fare. Però boh, ci dovrei pensare”.
R: “Per quanto riguarda il tuo progetto Tears con Bernard, la percezione comune è che a un certo punto qualcosa sia andata storta. L’album che avete lavorato è entrato al numero 15 in Gran Bretagna, che non è affatto male, ma poi non se ne è fatto più niente. Cosa è successo?”
A: “Non sono molto d’accordo con l’affermazione che ci sia un qualcosa che sia andata storta. Artisticamente è un progetto riuscito. Non so se ci sarà un capitolo due; al momento però è vero, la cosa è improbabile. Non so”
R: “Ci dici chi ti ha colpito maggiormente negli ultimi tempi? Chi ti sentiresti di consigliare?”
A: “Essenzialmente le Bat For Lashes. Ottimo progetto. Mi piace molto”.
R: “Prossima mossa? Dopo cinque album come Suede e due solisti, cosa farai? Altri dischi solisti?”
A: “Il prossimo credo proprio che sarà una collaborazione. Vorrei lavorare con una persona. So cosa stai per chiedermi, ma non posso fare nomi”.
Rockol: “Hai appena terminato un breve tour europeo, anche se più avanti farai tappa pure a Mosca. Ti sei esibito in posti piuttosto inusuali. Li hai scelti tu?”
Anderson: “Funziona così: di solito non è l’artista a scegliere, c’è di mezzo un’agenzia. Io scelgo solo le offerte migliori. Lo so che questa cosa è poco romantica, ma sono affari anche questi. Fare concerti mi consente di poter proseguire il mio lavoro”.
R: “Sul forum del tuo sito leggo che molti fan si sono lamentati perché non hai incluso nel tour le loro nazioni. Cosa diciamo loro?”
A: “Come sopra. Spero di non dar l’idea d’una persona venale, ma non guadagno miliardi. Non posso fare un concerto in un Paese se non ho un minimo di garanzie; non posso permettermi di perdere un sacco di soldi. Scusa la franchezza, ma è così”.
R: “Il tuo album ‘Wilderness’ è stato disponibile per il download dallo scorso 29 luglio, poi è arrivato in tutti i negozi il 1° settembre. Sono ancora importanti per te le vendite di un disco, o fanno parte di un’idea del successo che appartiene al passato?”
A: “Non m’interessa essere famoso, non mi interessa il successo. Queste cose le ho avute entrambe con i Suede. Già visto, già fatto. Le vendite sono importanti solo nella misura in cui mi consentono di fare un altro album ancora: questa è la cosa più importante. Fare musica è la mia vita, non credo che riuscirei a fare altro”.
R: “Sono ormai trascorsi cinque anni dallo scioglimento dei Suede. Hai mai avuto la tentazione di fare una bella reunion, visto che da un paio d’anni tornano insieme quasi tutti quelli che avevano gettato la spugna?”
A: “No. Non credo… non so”.
R: “Neppure se ti offrissero molti soldi?”
A: “Certo che tu vuoi a tutti i costi farmi passare per venale (ridacchia). Beh, mettiamola così. Il problema è che i Suede hanno avuto due fasi, e uno dei problemi sarebbe quale fase riportare in vita. Eventualmente risolto ciò, allora sì che sarebbe possibile. Ma solo se ci offrissero una somma veramente molto alta, che poi impiegherei per continuare a fare musica nel modo che mi interessa fare. Però boh, ci dovrei pensare”.
R: “Per quanto riguarda il tuo progetto Tears con Bernard, la percezione comune è che a un certo punto qualcosa sia andata storta. L’album che avete lavorato è entrato al numero 15 in Gran Bretagna, che non è affatto male, ma poi non se ne è fatto più niente. Cosa è successo?”
A: “Non sono molto d’accordo con l’affermazione che ci sia un qualcosa che sia andata storta. Artisticamente è un progetto riuscito. Non so se ci sarà un capitolo due; al momento però è vero, la cosa è improbabile. Non so”
R: “Ci dici chi ti ha colpito maggiormente negli ultimi tempi? Chi ti sentiresti di consigliare?”
A: “Essenzialmente le Bat For Lashes. Ottimo progetto. Mi piace molto”.
R: “Prossima mossa? Dopo cinque album come Suede e due solisti, cosa farai? Altri dischi solisti?”
A: “Il prossimo credo proprio che sarà una collaborazione. Vorrei lavorare con una persona. So cosa stai per chiedermi, ma non posso fare nomi”.
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