Strana storia, quella di Andrew Fetterly Wilkes-Krier, meglio conosciuto come Andrew WK: polistrumentista, qualche anno fa fu indicato dal solitamente cool NME come l'uomo destinato a riportare in auge un genere non eccessivamente cool (almeno in ambito "brit") come il metal. Il "botto" lo fece nel 2001, con "I get wet": "Party hard", per una stagione, occupò con buona frequenza i palinstesti delle emittenti musicali. Poi - nonostante altri due album in studio - di lui si persero le tracce. I più attenti lo avvistarono sul palco - per una performance televisiva - con un "collega" più che improbabile, almeno per lui: quel Bonnie Prince Billy, paladino dello slowcore e della canzone d'autore americana che, almeno all'apparenza, più lontana dal metal non potrebbe essere. Oggi Andrew WK ha annunciato di volersi imbarcare per un breve tour nel Regno Unito. Niente amplificatori al massimo e drum set imponenti: il nostro si esibirà in un monologo improvvisato in piccoli locali. Come attore / conferenziere Andrew non è alla prima esperienza: poco meno di un anno fa tenne una serie di spettacoli simili negli USA.
Negli ultimi anni l'artista ha lavorato come produttore (anche per nomi del calibro di Lee "Scratch" Perry), attore, Dj, "new age motivational speaker" (venendo accolto, in questa veste, da alcune tra le più prestigiose università americane) e compositore di temi per squadre di hockey. Come musicista, tra le altre cose, ha inciso un disco jazz come pianista con la band di Mike Pachelli.
Negli ultimi anni l'artista ha lavorato come produttore (anche per nomi del calibro di Lee "Scratch" Perry), attore, Dj, "new age motivational speaker" (venendo accolto, in questa veste, da alcune tra le più prestigiose università americane) e compositore di temi per squadre di hockey. Come musicista, tra le altre cose, ha inciso un disco jazz come pianista con la band di Mike Pachelli.
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