Credits: Alex Pennino
Erano in sessantacinque mila ieri sera a San Siro per la prima tappa dei due concerti milanesi di Luciano Ligabue. Il rocker di Correggio ha proposto i brani più rappresentativi della sua carriera iniziando con “Certe notti” e finendo con “Buonanotte all’Italia”, durante la quale sono state proiettate sul maxi schermo alcune immagini in bianco e nero di grandi personaggi italiani, da Luciano Pavarotti ad Enzo Biagi, da Pier Paolo Pasolini a Falcone e Borsellino.
“Peccato che tra le immagini non ci sia stato anche Lucio Battisti”, ha dichiarato il manager Claudio Maioli, “ma ce lo ha impedito la vedova”.
Durante il brano “Non è tempo per noi” sul maxi schermo sono invece apparsi i primi dieci articoli della Costituzione, con un undicesimo articolo aggiunto per l’occasione: “Il rock deve essere suonato al volume che serve”. E proprio riguardo alle proteste per il rumore, i promoter e i manager degli artisti hanno dichiarato: “Milano è una grande piazza, ma è impossibile lavorare. Le star garantiscono il tutto esaurito ovunque, siamo stufi di pensare alle carte bollate. Andremo via”. “Una tragedia”, ha commentato l’assessore Giovanni Terzi, “Non si possono bloccare i grandi eventi per il ricorso di quaranta famiglie. Cercheremo una mediazione”. (Fonte: Corriere della Sera)
“Peccato che tra le immagini non ci sia stato anche Lucio Battisti”, ha dichiarato il manager Claudio Maioli, “ma ce lo ha impedito la vedova”.
Durante il brano “Non è tempo per noi” sul maxi schermo sono invece apparsi i primi dieci articoli della Costituzione, con un undicesimo articolo aggiunto per l’occasione: “Il rock deve essere suonato al volume che serve”. E proprio riguardo alle proteste per il rumore, i promoter e i manager degli artisti hanno dichiarato: “Milano è una grande piazza, ma è impossibile lavorare. Le star garantiscono il tutto esaurito ovunque, siamo stufi di pensare alle carte bollate. Andremo via”. “Una tragedia”, ha commentato l’assessore Giovanni Terzi, “Non si possono bloccare i grandi eventi per il ricorso di quaranta famiglie. Cercheremo una mediazione”. (Fonte: Corriere della Sera)
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