L’Observer, uno dei migliori domenicali britannici (non di gossip), pubblica un servizio intitolato “Ecco perché quest’estate canteremo tutti con Lykke Li”. Già, perché? La spiegazione in verità si esaurisce in tre righe: perché il suo album d’esordio, “Youth novels”, in arrivo in questi giorni, mescola hip-hop, folk e pop fino a creare “canzoni irresistibili”. Se la delucidazione pare troppo breve, l’intervista con Lykke Li Zachrisson, 22 anni, svedese, in compenso inquadra bene il personaggio. Si viene così a sapere che, oltre ad aver trascorso buona parte della sua fanciullezza in Svezia, la ragazza ha anche passato cinque anni in Portogallo trascorrendo però gli inverni in India. E a 19 anni è andata ad abitare a New York. I suoi genitori abitano in cima ad una montagna in Portogallo. Sua madre Karsti Stiege militava nel gruppo punk svedese Tant Strul, suo padre si esibiva col gruppo reggae-rock Dag Vag. A Lykke da bambina piaceva Michael Jackson, poi passò a Madonna, adesso ama di tutto, da Joe Strummer ai Velvet Underground passando per la musica africana. Il futuro è un’ipotesi? Mica tanto, sembra avere le idee chiare. “Sono sempre in tour”, dice. “Non mi aspettavo assolutamente che le cose prendessero questa piega. Ho fatto un EP in Svezia, e pensavo che le cose sarebbero finite lì. Invece tutti si sono messi a voler pubblicare l’album. Voglio stare sul palco, viaggiare in tutto il mondo, vivere con passione, farmi delle storie d’amore e ubriacarmi”.
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