
E' lui, Nino D'Angelo, il primo ad ammetterlo: "Sapete come sono fatto: sono un tipo volubile, per certi versi...". Si metta il cuore in pace, quindi, chi avrebbe voluto vedere la leggenda della canzone napoletana lanciata nella carriera cinematografica (dove pur si è tolta delle belle soddisfazione, dal cult movie "Tano da morire" alla sua collaborazione con Pupi Avati) o teatrale (dove ha messo in scena lavori del concittadino Raffaele Viviani): Nino è diventato nonno, ed è tornato sulle scene, in queste settimane, con un nuovo album, "Gioia nova". "'Gioia nova' perché è la prima volta che mi nasce un nipote, ed un gioia così grande e inaspettata non può che cambiarti la vita", ammette senza problemi D'Angelo: "E' un album - guardacaso scritto e registrato in nove mesi, in perfetta sintonia con la gravidanza di mia nuora - più intimo e personale, rispetto ai miei precedenti. Anche se non rinuncio a trattare problemi più grandi, perché - accando a questa gioia - c'è anche la consapevolezza che, ai nostri figli, stiamo lasciando un mondo che a me non piace". Una sorta di velato pessimismo o una ritrovata "spinta" sociale? Nino si esprime, con la sua inconfondibile classe partenopea: "Come dico in una canzone, noi al sud 'siamo nati in una malattia'. Siamo abituati a stare male. Adesso, che non si sa più che tragica profezia ascoltare - ce ne arrivano ogni giorno, una volta sull'ambiente, un'altra sull'economia - la gente si è accorta di stare male. Ma chi ha fatto questa scoperta è chi prima stava bene...".
D'Angelo porterà dal vivo i brani del nuovo album nel corso di una tournée che partirà il prossimo marzo: "Ma le scalette del tour non includeranno solo le canzoni di 'Gioia nova'", assicura lui, "perché al pubblico voglio offrire non solo i grandi successi, ma anche i 'grandi insuccessi', ovvero le perle nascoste del mio repertorio che - su disco - non sono state notate dal grande pubblico. A marzo gireremo l'Italia, poi da maggio toccherà all'Europa, mentre nel 2009 ci spingeremo fino in America". E non ci sono altri progetti, oltre alla musica? "No, non al momento. Sono uno volubile, appunto: adesso mi va di fare il cantante, quindi mi concentro sulla musica. Anche se... avrei la storia di questo frate, Padre Ludovico da Casoria, una personalità molto vicina a quella - enormemente più nota - di Francesco, beatificato nel '93 ma mai fatto santo, perché poco appoggiato dalla base dei devoti. Una storia che fa capire come anche all'interno della Chiesa (alla quale mi sento molto vicino, essendo credente) possano esserci ingiustizie. Chissà che un domani non riesca a farla diventare un film o uno spettacolo...".
D'Angelo porterà dal vivo i brani del nuovo album nel corso di una tournée che partirà il prossimo marzo: "Ma le scalette del tour non includeranno solo le canzoni di 'Gioia nova'", assicura lui, "perché al pubblico voglio offrire non solo i grandi successi, ma anche i 'grandi insuccessi', ovvero le perle nascoste del mio repertorio che - su disco - non sono state notate dal grande pubblico. A marzo gireremo l'Italia, poi da maggio toccherà all'Europa, mentre nel 2009 ci spingeremo fino in America". E non ci sono altri progetti, oltre alla musica? "No, non al momento. Sono uno volubile, appunto: adesso mi va di fare il cantante, quindi mi concentro sulla musica. Anche se... avrei la storia di questo frate, Padre Ludovico da Casoria, una personalità molto vicina a quella - enormemente più nota - di Francesco, beatificato nel '93 ma mai fatto santo, perché poco appoggiato dalla base dei devoti. Una storia che fa capire come anche all'interno della Chiesa (alla quale mi sento molto vicino, essendo credente) possano esserci ingiustizie. Chissà che un domani non riesca a farla diventare un film o uno spettacolo...".
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