
Lo scorso 5 agosto Teresa De Sio è stata invitata all’inaugurazione del Museo del Brigantaggio di Difisella Crotonei, in provincia di Crotone, dove l’artista napoletana ha presentato il suo ultimo cd dal titolo “Sacco e fuoco”: “Ci sembrava il luogo e la situazione adatta per fare un concerto. E’ stato molto bello e c’erano cose molto interessanti da vedere nel museo, come le ricerche fatte da Alessandro Romano che si occupa della storia del Risorgimento”.
“In realtà”, ha aggiunto l’artista, “siamo in tour da due mesi, abbiamo suonato a Genova, Napoli, Roma: siamo in piena tournée e termineremo verso la metà di settembre, magari riprenderemo questo inverno nei locali e nei teatri. Sono molto contenta di suonare e cantare dal vivo, è la mia dimensione ideale, quella più adatta alla mia musica. I brani vengono replicati in maniera abbastanza fedele al disco, è un album suonato molto bene, e ho la fortuna di avere in concerto i musicisti che hanno registrato con me l’album. Infatti, una delle cose che più mi soddisfatta di questo tour è che abbiamo un suono nostro, una nostra identità dal vivo”. “Sacco e fuoco” viene definito dall’artista napoletana come il proseguimento del suo precedente album “A sud! A sud!”, pubblicato nel 2004: “Sono tornata con forza alle mie radici, alla musica popolare e tradizionale del mio paese, al suono acustico che avevo lasciato da parte negli ultimi anni”.
All’interno del disco è presente un brano scritto da Carlo D’Angiò – fondatore insieme ad Eugenio Bennato di Musicanova, collettivo musicale in cui cantava la De Sio – dal titolo “A morte e zi’ Frungillo”: “Con questo brano mi sono voluta ricollegare al periodo di Musicanova, la mia prima esperienza musicale. Alcuni pezzi che scriveva e cantava Carlo”, ha spiegato Teresa, “sono stati per me una palestra, soprattutto per i contenuti forti ed irriverenti che si sposano a pieno con le cose che racconto oggi nei miei brani. Questa chicca è anche un omaggio, un ringraziamento a Carlo dell’insegnamento vocale che mi ha dato”.
“Tambureddu”, altro brano del disco “Sacco e fuoco”, è invece una cover di Domenico Modugno: “E’ una canzone poco conosciuta di Domenico, e mi sono divertita a riproporla in un modo personale. E’ la prima canzone d’autore che parla della pizzica, Modugno aveva previsto e anticipato anche questo stile musicale: è molto interessante dal punto di vista ritmico e linguistico perché è scritta da un autore pugliese, della zona di Bari, che parla di ritmi salentini in un dialetto a metà tra il siciliano e il pugliese alludendo anche alla tarantella napoletana. E’ un emblema del sud”. “In questo disco ho anche rivisitato un mio vecchio brano del ’96, ‘Brigate di frontiera’. Racconta di brigate immaginarie, un esercito senza patria e senza bandiera che ogni giorno si trova su una linea di confine a dover scegliere se oltrepassarla e meno. Ho voluto toccare le tematiche di tutti quelli che cercano di vivere la propria vita fuori dalle regole del gioco ufficiale, cercando di non farsi condizionare dal mondo conformista. Credo molto nel potere della musica popolare, è la voce popolo, e a mio parere ha la stessa natura e le stesse pulsazioni della musica rock: essere un discorso alternativo alla musica di massa”.
“Sono molto soddisfatta di questo album”, ha concluso la De Sio, “credo di poter dire che è uno dei miei dischi migliori, sia per come è suonato sia per come è scritto, per le parti di chitarra che ci sono, e per come sono stati seguiti gli arrangiamenti e le registrazioni”.
“In realtà”, ha aggiunto l’artista, “siamo in tour da due mesi, abbiamo suonato a Genova, Napoli, Roma: siamo in piena tournée e termineremo verso la metà di settembre, magari riprenderemo questo inverno nei locali e nei teatri. Sono molto contenta di suonare e cantare dal vivo, è la mia dimensione ideale, quella più adatta alla mia musica. I brani vengono replicati in maniera abbastanza fedele al disco, è un album suonato molto bene, e ho la fortuna di avere in concerto i musicisti che hanno registrato con me l’album. Infatti, una delle cose che più mi soddisfatta di questo tour è che abbiamo un suono nostro, una nostra identità dal vivo”. “Sacco e fuoco” viene definito dall’artista napoletana come il proseguimento del suo precedente album “A sud! A sud!”, pubblicato nel 2004: “Sono tornata con forza alle mie radici, alla musica popolare e tradizionale del mio paese, al suono acustico che avevo lasciato da parte negli ultimi anni”.
All’interno del disco è presente un brano scritto da Carlo D’Angiò – fondatore insieme ad Eugenio Bennato di Musicanova, collettivo musicale in cui cantava la De Sio – dal titolo “A morte e zi’ Frungillo”: “Con questo brano mi sono voluta ricollegare al periodo di Musicanova, la mia prima esperienza musicale. Alcuni pezzi che scriveva e cantava Carlo”, ha spiegato Teresa, “sono stati per me una palestra, soprattutto per i contenuti forti ed irriverenti che si sposano a pieno con le cose che racconto oggi nei miei brani. Questa chicca è anche un omaggio, un ringraziamento a Carlo dell’insegnamento vocale che mi ha dato”.
“Tambureddu”, altro brano del disco “Sacco e fuoco”, è invece una cover di Domenico Modugno: “E’ una canzone poco conosciuta di Domenico, e mi sono divertita a riproporla in un modo personale. E’ la prima canzone d’autore che parla della pizzica, Modugno aveva previsto e anticipato anche questo stile musicale: è molto interessante dal punto di vista ritmico e linguistico perché è scritta da un autore pugliese, della zona di Bari, che parla di ritmi salentini in un dialetto a metà tra il siciliano e il pugliese alludendo anche alla tarantella napoletana. E’ un emblema del sud”. “In questo disco ho anche rivisitato un mio vecchio brano del ’96, ‘Brigate di frontiera’. Racconta di brigate immaginarie, un esercito senza patria e senza bandiera che ogni giorno si trova su una linea di confine a dover scegliere se oltrepassarla e meno. Ho voluto toccare le tematiche di tutti quelli che cercano di vivere la propria vita fuori dalle regole del gioco ufficiale, cercando di non farsi condizionare dal mondo conformista. Credo molto nel potere della musica popolare, è la voce popolo, e a mio parere ha la stessa natura e le stesse pulsazioni della musica rock: essere un discorso alternativo alla musica di massa”.
“Sono molto soddisfatta di questo album”, ha concluso la De Sio, “credo di poter dire che è uno dei miei dischi migliori, sia per come è suonato sia per come è scritto, per le parti di chitarra che ci sono, e per come sono stati seguiti gli arrangiamenti e le registrazioni”.
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