«E' il mio settimo disco, ma il primo per la RTI. Per cui, sono un po'
emozionato, come quando ho inciso il mio primo album», dice Francesco
Baccini di "Nostra signora degli autogrill", il nuovo album presentato mercoledì 12 maggio a Milano. «Tanto più che erano tre anni che non incidevo canzoni nuove, e che il mio approccio a queste canzoni è stato simile a quello degli inizi. Un album acustico, senza tastiere, con lo staff dell'89, Andrea Braido in testa. E soprattutto con la ritrovata voglia di divertire me stesso per primo, senza lo stress di avere una canzone di punta. E senza polemiche». Non entra nei particolari, il cantautore genovese, ma tutti pensano al periodo di "Nomi e cognomi", e alle canzoni su Andreotti, Curcio e il collega Venditti. «Il gioco mi aveva preso un po' la mano. Un giorno, mentre ero da mia madre, ho messo su una videocassetta con le mie apparizioni televisive, e ho visto la differenza
tra gli inizi di "Cartoons" e il mio atteggiamento di qualche anno dopo. Mi
sono stato sulle balle da solo! Dopo i primi dischi, alcuni cattivi
consiglieri mi hanno detto: ridi troppo, devi essere più serio e incazzato.
Ma io non sono così...»
Una parentesi a parte merita il titolo dell'album: la società Autogrill è stata interpellata? «Non ci avevo nemmeno pensato. Non ho chiesto nessun permesso, e non avevo pensato a una cosa pubblicitaria... Il massimo che spero è che mi offrano un pranzo quando passo di lì. Il titolo e la canzone omonima sono nati da un verso di un'altra canzone, "Ballata di un uomo qualunque"». Per il tour, appuntamento ad ottobre, «Anche perché vorrei suonare nei teatri, e d'estate non si può».
Una parentesi a parte merita il titolo dell'album: la società Autogrill è stata interpellata? «Non ci avevo nemmeno pensato. Non ho chiesto nessun permesso, e non avevo pensato a una cosa pubblicitaria... Il massimo che spero è che mi offrano un pranzo quando passo di lì. Il titolo e la canzone omonima sono nati da un verso di un'altra canzone, "Ballata di un uomo qualunque"». Per il tour, appuntamento ad ottobre, «Anche perché vorrei suonare nei teatri, e d'estate non si può».
Schede:
La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale