'A fior di pelle' di Andrea Mirò: 'Non vedo l’ora di tornare a cantare dal vivo'

“Rispetto al mio album precedente”, aggiunge la Mirò, “questo disco godrà di molta più attenzione da parte mia per quanto riguarda la promozione.
‘Andrea’ uscì nel 2005, mentre ero incinta. Era un disco che prometteva bene, ma non ho avuto la possibilità di seguirlo molto perché avevo preferito fare la mamma. A volte mi portavo dietro Ugo – il figlio avuto con il compagno Enrico Ruggeri – ma mi rendevo conto che lo stressavo inutilmente. La maternità mi ha aperto delle porte diverse e mi ha regalato uno stato d’animo unico, ed è per questo che ho voluto intitolare questo album ‘A fior di pelle’. La leggerezza presuppone che sotto la superficie ci sia una profondità, e questo è il messaggio che vorrei trasmettere con le mie nuove canzoni. Gli arrangiamenti sono semplici, ho cercato di dare maggiore attenzione al testo. Ci sono canzoni che sono state riscritte, come ‘L’uomo del faro’: la canzone era già finita con testo, melodia e musica. L’ho fatta ascoltare ad Enrico, e mi ha detto che ci avrei potuto lavorare e renderla ancora migliore. Mi ha fatto ricordare quale concetto e quale episodio avevo legato a ‘L’uomo del faro’ e così mi sono messa a riscrivere da capo il testo ed è venuta fuori una canzone molto più dura e forte rispetto alla prima versione”. .
Nell’album è presente anche un brano cantato con Neri Marcoré: “Ho incontrato Neri in una serata molto particolare”, spiega Andrea, “Eravamo al ‘Festival Giorgio Gaber’, e la stampa era incuriosita dal fatto che scelsi di cantare due brani non facili, ‘Il conformista’ e ‘Il luogo del pensiero’. La serata è stata strepitosa, e ho visto per la prima volta cantare e suonare Neri Marcorè: sono rimasta basita a vederlo così sul palco, con un modo di cantare molto particolare. Lui è una persona squisita, e abbiamo tenuto i contatti, così quando è venuto a Milano per il suo spettacolo teatrale ci siamo incontrati ed io e Enrico abbiamo deciso di fargli sentire il materiale a cui stavo lavorando per il disco. Ha ascoltato ‘Preghierina dell’infame’ e gli è piaciuta subito, infatti il giorno dopo stavamo registrando e lui è arrivato in studio che già la sapeva a memoria”.
Andrea Mirò, oltre ad essere una musicista (suona chitarra, pianoforte, violino e molti altri strumenti), è soprattutto una cantante: “Il primo strumento che ho usato è stata la mia voce.
Non ho mai studiato per avere tecnica, perché penso che un cantautore debba scrivere, suonare e cantare come vuole lui. Mi piace da morire cantare e non vedo l’ora di tornare a portare la mia musica dal vivo dopo due anni in cui sono stata quasi sempre ferma. Spero anche di trovare degli ambienti adatti ai miei concerti: non sono un’artista che riempie i grandi spazi, ma non sono nemmeno l’artista da intrattenimento che riesce a fare la serata in un locale. Vedremo, l’importante è tornare a cantare dal vivo”.