
«E' vero, siamo tutti cristiani. E cerchiamo di esprimerci con il rock», puntualizzano gli americani Sixpence None the Richer, la cui "Kiss me" ha ottenuto il disco d'oro negli Usa e venduto più di 200.000 copie in Gran Bretagna. «Ma non ci piace essere etichettati come cristiani, è una definizione che non dice niente sulla musica. Non vogliamo avere un marchio», soggiunge la 22enne cantante Leigh Nash. Ad ogni buon conto, se in America esiste una classifica specializzata che "marchia" il rock cristiano, in Inghilterra quasi nessuno si è accorto di questa caratteristica, e non c'è stato scandalo quando la band ha inciso una cover di "There she goes" dei La's, canzone che beatifica l'eroina («Ci piaceva molto, non sapevamo che ci fosse un doppio senso dietro la dichiarazione d'amore del testo»). Tra l'altro la BBC ha usato "Kiss me" come sottofondo per il recente matrimonio reale.
Il quintetto texano, nato su impulso di Leigh e del chitarrista Matt Slocum, aveva debuttato sei anni fa con "The fatherless and the widow". Il loro nuovo disco, prodotto dall'illustre Bob Clearmountain, si intitola semplicemente "Sixpence none the richer". Ed è un album di tranquillo, piacevole pop con sfumature country. Perché come conclude la graziosa Leigh, «Dal punto di vista della mentalità rock'n'roll, siamo piuttosto noiosi. Ci piace divertirci, ma non siamo tipi da eccessi».
Il quintetto texano, nato su impulso di Leigh e del chitarrista Matt Slocum, aveva debuttato sei anni fa con "The fatherless and the widow". Il loro nuovo disco, prodotto dall'illustre Bob Clearmountain, si intitola semplicemente "Sixpence none the richer". Ed è un album di tranquillo, piacevole pop con sfumature country. Perché come conclude la graziosa Leigh, «Dal punto di vista della mentalità rock'n'roll, siamo piuttosto noiosi. Ci piace divertirci, ma non siamo tipi da eccessi».
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