David Bowie e la trilogia di Berlino: gli album di quel periodo

Nei giorni scorsi è giunta la notizia che la BBC ha in programma di realizzare un documentario sul periodo trascorso a Berlino, in Germania, da David Bowie nella seconda metà degli anni Settanta. Il titolo di questo film è 'Bowie in Berlin' e la sua uscita è prevista per l'autunno del 2026. A dirigere il docu-film sarà il regista Francis Whately che in passato ha già raccontato le gesta di Bowie in altri tre film: 'David Bowie: Finding Fame', 'David Bowie: Five Years' e 'David Bowie: The Last Five Years'.
Il musicista inglese scomparso il 10 gennaio 2016 all'età di 69 anni è stato un vero e proprio camaleonte musicale, si è reinventato artisticamente più e più volte, assecondando una naturale predispozione al cambiamento. Così alla metà degli anni Settanta volle drasticamente cambiare lo scenario intorno a sè. Lasciò Los Angeles dove la dipendenza dalla droga lo stava consumando e tornò nella Vecchia Europa scegliendo Berlino Ovest come suo quartier generale.
A Berlino David Bowie si rigenerò e ritrovò la genialità che pareva averlo abbandonato. Quando tutto intorno si stava affermando il punk, lui rispose con un album, "Low" (pubblicato nel gennaio 1977), che lasciava il rock e guardava all'elettronica e alla sperimentazione ispirato da band tedesche quali Kraftwerk, Neu! e Tangerine Dream. Fondamentale per la buona riuscita dell'album fu l'apporto di Brian Eno che lavorò ai sintetizzatori regalando ai brani presenti nel disco – la metà di questi strumentali - un tappeto sonoro cupo e indimenticabile.
Solo nove mesi più tardi Bowie pubblicò il suo dodicesimo album, il secondo registrato agli Hansa Studio di Berlino, "Heroes". Un disco la cui seconda facciata conteneva solo brani strumentali, tranne la conclusiva "The secret life of Arabia", mentre nella prima trovava spazio la title track, una delle canzoni più note del musicista inglese. Nell'album prosegue la collaborazione con Brian Eno e Robert Fripp si occupa della chitarra solista. Anche "Heroes", come "Low", è votato all'elettronica e, seppur meno cupo del precedente, risente del clima da guerra fredda che si respirava in quegli anni, soprattutto all'ombra del muro.
Per "Lodger", terzo e ultimo album dell'esperienza berlinese di David Bowie, si dovrà attendere fino al maggio del 1979. La formazione che lo accompagna in sala di registrazione è praticamente la stessa con Tony Visconti alla produzione, Brian Eno, Carlos Alomar e, al posto di Robert Fripp, alla chitarra, Adrian Belew. "Lodger" è un disco in cui le canzoni tornano ad avere una forma più classica e ad essere la colonna vertebrale dell'opera, nelle varie tracce si respirano sentori di world music.
Agli inizi del 1980, dopo tre anni, David Bowie lasciò Berlino e spostò la sua base a New York interrompendo la sua collaborazione con Brian Eno. Il suo periodo nella città divisa in due al centro dell'Europa si era concluso. Da allora sono trascorsi molti anni. Il Muro è caduto e Berlino non è più divisa, così come la Germania. Con la caduta del Muro anche la guerra fredda tra il blocco occidentale e quello orientale è venuta a mancare. Purtroppo anche David Bowie non c'è più, il 10 gennaio saranno dieci anni. Ciò che rimane di quel periodo è quella che si definisce Trilogia berlinese. Tre album che sottolinearono, una volta di più, la sua capacità di creare arte ai più alti livelli.