Oggi non è un giorno qualunque per i Police

Il 29 settembre non è un giorno qualunque per i Police. Né per la storia della new wave. Il 29 settembre 1979 “Message in a bottle” vola in testa alle classifiche britanniche, il primo singolo con cui Sting, Andy Summers e Stewart Copeland raggiunsero la vetta della UK Singles Chart. Ci rimasero per tre settimane consecutive, inviando al mondo una richiesta di SOS destinata a diventare leggenda.
Parliamo della traccia che apre “Reggatta de blanc”, un disco manifesto del trio che mette subito le cose in chiaro: è “reggae da bianchi”. E suona che è una meraviglia. Quell’intro lì la ascolti una volta e non te la dimentichi più. L’arpeggio che dà il via a “Message in a bottle” non ti dà il tempo di entrare nell’atmosfera della canzone, ti coinvolge subito, premi play e sei già nel vortice del riff ideato da Sting e costruito da Summers. Più chitarre sovraincise per dare profondità a un suono che cresce, incorporando progressioni e cambi di atmosfera spaziali.
Ma che cosa sarebbe questo brano, che cosa sarebbero i Police senza la batteria di Copeland? Personaggio estroso, irriverente, mai banale (da vedere almeno una volta dal vivo), dà qui il meglio di sé. Uno dei suoi migliori lavori in studio a mani basse, con parti overdubbed (sovraincise, come nel caso di Summers) che rendono il groove più corposo e restituiscono l’effetto ritmico desiderato dal Kinetic Kid: un approccio quasi funky, tagliente, nervoso, con colpi rapidi e secchi sul rullante e il consueto uso pazzoide del charleston per dare a chi ascolta un senso di urgenza. Di energia pura.
Nulla è casuale, tantomeno per un perfezionista come Gordon Sumner. Isoliamone la voce e proviamo ad analizzarne le oscillazioni. Debutta con un registro medio-basso, ripetitivo e quasi monotono: è la rappresentazione della solitudine del naufrago. Nel ritornello l’estensione melodica si apre, Sting sale di tono e di forza: è l’urgenza del messaggio lanciato al resto del mondo. Fino alla coda finale, con batteria e chitarra che crescono progressivamente: un climax volutamente collettivo, perché il naufrago non è più solo.
Una struttura musicale paurosa a cui si somma un testo intramontabile. Non perché vanti chissà quale complessità lirica, anzi: proprio l’opposto. È semplice, diretto, universale. Un messaggio nella bottiglia che parla di solitudine, di uno stato di isolamento e di abbandono che capita a chiunque di provare nei momenti di maggiore sconforto. Seems I'm not alone in being alone, hundred billion castaways looking for a home: sembra che io non sia il solo a sentirmi solo, cento miliardi di naufraghi cercano una casa. La bottiglia dei Police arriva a destinazione. Forse non cento miliardi, ma migliaia di naufraghi restano folgorati dal loro messaggio, prima nel Regno Unito e poi nel resto del mondo. Un lavacro popolare. Un classico senza tempo.