Il festival degli Idles è l'alternativa al gigantismo dei live

Gli unici concerti degli Idles in programma nel Regno Unito nel 2025, li vedranno esibirsi sul palco della Queen Square, una delle piazze principali di Bristol venerdì 1 e sabato 2 agosto, in occasione del loro festival. Un “Block party” dove gli alfieri del rock e del post-punk contemporaneo saranno raggiunti da artisti come Soft Play, Lambrini Girls, il dj e produttore dubstep Sicaria, The Voidz, Hinds e una serie di dj e band locali, il tutto per sostenere la creatività del loro territorio e della loro città. Non è finita: come ha raccontato il media del posto bristol247.com, il festival ospiterà banchetti food and drink di operatori del posto, una scelta a chilometro zero sempre con l’obiettivo di aiutare e incentivare chi lavora a Bristol.
Il doppio evento, andato sold out nella seconda serata, in sinergia con l’amministrazione comunale, ha anche tutta una lista di facilitazioni e convenzioni per chi raggiunge l’area con mezzi elettrici o con la bicicletta. Il tema dell’ambiente, infatti, è molto caro alla formazione di Joe Talbot, Mark Bowen e soci. Proprio in un’estate caldissima per i live, in Italia e non solo, in cui si dibatte sul gigantismo di certe produzioni, sui costi dei biglietti e sull’impatto di certi mega eventi sui territori che li ospitano (qui trovate un bell’approfondimento del collega Damir Ivic), la band inglese, mettendo al centro i valori che guidano in primis la loro vita e la loro musica, ha dato corpo a un’idea di festival sostenibile e legato alle proprie radici. Ci ha messo la faccia, accendendo la miccia a qualche cosa che spalanca una porta su un altro modo di concepire i concerti, nel segno di una sorta di “comunitarismo musicale”. Un evento che, comunque, anche sul fronte numerico, non rinuncia a una condivisione ampia, anche perché gli Idles sono a tutti gli effetti dei big sul fronte nazionale e internazionale: sono previste quasi 30mila persone. A giudicare dalle premesse questo “Block party” targato Idles, che non si spinge certamente fino a essere un festival punk auto-organizzato, non potrebbe mai esserlo visto il blasone della band, emana comunque uno spirito “più umano”, capace di abbracciare il luogo che lo ospita su più fronti.
Joe Talbot, intervistato da NME, ha spiegato che "La resistenza passa per la connessione", per l’unione tra le persone. Ha anche descritto questa serie di concerti come "la fine di un'era e sicuramente la conclusione di questa fase legata all’ultimo album", il riferimento è a “Tangk”, l’ultimo loro progetto uscito nel 2024. Poi ha proseguito: "Torneremo nel 2026 con un nuovo spettacolo, con un nuovo progetto. Questi live a Bristol saranno la celebrazione di tutto ciò che abbiamo fatto finora. Vogliamo farlo con la musica che amiamo e con le persone che amiamo, nella città che amiamo. Stiamo lavorando anche a un progetto cinematografico e a un videogioco. Stanno andando bene. Siamo stati in studio con un compositore e realizzato una colonna sonora, il che è davvero bellissimo. Ho imparato molto ed è stato fantastico. È stato un anno davvero impegnativo. Per il futuro c’è tanta carne al fuoco”.