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Liberato al Circo Massimo: "Facimmo nu burdell, stamm' a Roma"

Il racconto dello show del misterioso artista napoletano, che ieri ha fatto impazzire 50 mila fan.
Liberato al Circo Massimo: "Facimmo nu burdell, stamm' a Roma"
Credits: Giuseppe Canalis

La maglietta del Napoli, neo campione d’Italia, è quasi una divisa, insieme a quelle di Maradona. Una macchia azzurra che si mescola al nero delle magliette e le fasce con l’inconfondibile rosa che dal giorno zero è il tratto distintivo del loro beniamino. Sono in 50 mila ad aspettarlo, molti già dalle prime ore del pomeriggio, sotto il sole caldissimo del Circo Massimo di Roma. E sono arrivati da tutto lo stivale per l’unica data italiana del tour europeo di Liberato, che proseguirà a Londra il 19 settembre, a Parigi il 21 settembre e a Barcellona il 23 settembre. Qualcuno è alla prima esperienza, altri lo seguono da sempre. 

Quando il sole (finalmente) tramonta, dal palco i bassi emettono dei battiti che sembrano segnare il countdown, mentre il pubblico intona cori da stadio. Liberato si fa attendere. Alle 21.59 si accende la muraglia di ledwall che annuncia l’inizio dello show. Ed ecco che uno dopo l’altro arrivano i musicisti - batterista, bassista, chitarrista, tastierista - tutti rigorosamente vestiti uguali, con un cappuccio bianco per mantenere l’anonimato. Lo stesso outfit del cantante partenopeo che, per distinguersi, ha stampato sul retro della giacca un grande “Liberato”. "Facimmo nu burdell, stamm' a Roma!" dice per dare la giusta carica, prima di essere raggiunto sul palco dalle coriste, in abito nero, e dalle ballerine che lo hanno accompagnato per tutto il live. 

Tre canzoni e cambia outfit, via la giacca e su un copricapo brillante che bene si abbina alle atmosfere psichedeliche del ledwall su cui appaiono costellazioni, mandala, spirali, rose, soli, facce, palazzi e altri visual creati con l’intelligenza artificiale. “Chiu fort”, Liberato incita la folla tra un brano e l’altro: da quelli più amati come “Nove maggio”, “Tu me faje ascì pazz'” e “Tu t'e scurdat' ‘e me” a quelli più recenti di "Liberato III", terzo progetto del cantante uscito nel 2024, come “Tre”, “Essa” e “Turnà”, fino a “Viennarì”, l’ultimo singolo pubblicato lo scorso 9 maggio dal cantante napoletano dall’identità sconosciuta che in passato era stato accostato a Livio Cori, Emanuele Cerullo, Wad, persino a un carcerato in semi libertà, per poi arrivare alla conclusione che fosse il performer Gennaro Nocerino

Un segno distintivo, quello dell’anonimato, che prima aveva caratterizzato progetti come Marshmello e Daft Punk (e in Italia Anonimo Italiano) dopo di lui altri artisti hanno adottato come strategia per concentrare tutta l’attenzione del pubblico sulla musica. Basti pensare ai Dov’è Liana, che si esibiscono con occhiali e foulard ormai diventati iconici, o i Legno, che durante le esibizioni indossano scatole a mó di maschere. Ma è davvero così importante scoprirne l’identità? In fondo il fenomeno Liberato va oltre un nome e cognome, una carta di identità. È un fenomeno che mette insieme 50 mila persone per un rituale collettivo e che ha legato indissolubilmente una data, il 9 maggio, a un personaggio che nel quotidiano vive come Clark Kent e sul palco si trasforma in un Superman dal sound urban. Che anche questa volta riesce a stupire i suoi seguaci lanciando data e luogo per il prossimo appuntamento: 5 giugno 2026 allo stadio Maradona di Napoli

SCALETTA 
"Guaglió"
"Turnà"
"Novembre"
"Tu Me Faje Ascì Pazz'"
"Anna"
"Niente" 
"Je te voglio bene assaje"
"(Lucia) Stay with me"
"Tre"
"Nove maggio" 
"Te veng a piglia"
"Oi Marì"
"Viennarì"
"Me staje appennenn"
"Partenope"
"Sì tu (It’s you)"
"‘A ‘mbasciatq"
"Essa"
"Nunn'a voglio ncuntrà"
"‘A fotografia"
"Tu t'e scurdat' ‘e me"
"O core nun tene padrone"

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