Lucio Corsi: "Cerco di suonare dal vivo anche all'Eurovision"

"Mi sto focalizzando sulla descrizione di una chitarra, ma mi interessa, mi piace", dice Lucio Corsi a un certo punto della conferenza stampa sulla sua partecipazione a Eurovision 2025, dopo aver parlato per quasi tre minuti della sua Rock Oval, una chitarra ideata da Antonio Pioli, vero nome del liutaio emiliano Wandré. In una manifestazione dove la base musicale delle varie esibizioni è preregistrata, è chiaro fin dalle chiacchiere che per il cantautore toscano la musica dal vivo deve comunque essere al centro della sua partecipazione.
Corsi, classificatosi secondo al Festival di Sanremo 2025 con "Volevo essere un duro", partecipa all'Eurovision Song Contest 2025 per rappresentare l'Italia dopo la rinuncia di Olly, vincitore della kermesse sanremese lo scorso febbraio. Come si è visto già dalla performance fuori gara alla prima semifinale, sul palco della St. Jakobshalle di Basilea - che quest'anno ospita il contest canoro continentale in seguito alla vittoria di Nemo con la canzone "The Code" nell'edizione precedente - Lucio Corsi è accompagnato in scena da Tommaso Ottomano. Per la scenografia, l'artista di "Volevo essere un duro" ha invece scelto di portare in Svizzera i due amplificatori giganti dallo stile retrò del suo tour. All'esibizione del brano, Corsi ha inoltre scelto di aggiungere dei sottotitoli in inglese per far comprendere il racconto e un assolo di armonica dal vivo.
“È una bella esperienza per me. La semifinale è stata emozionante, è stata bella”, racconta Lucio Corsi ai giornalisti presenti a Basilea e collegati via Zoom: “Inoltre, è stato bello vedere tanto pubblico in arena. Questa cosa mi riporta alla dimensione di un concerto. Sanremo era stato un bell’allenamento per questa esperienza”. Passando poi alla performance di “Volevo essere un duro”, il cantautore aggiunge:
“Ho portato l'armonica. E anche il pianoforte e le chitarre che non suonano però, sono lì a farci compagnia. Però questa cosa è al di là, non voglio che sia una polemica. Il mio intento non è portare l'armonica perché a Eurovision non si può suonare dal vivo. Sono cosciente del fatto che che Eurovision funziona così, ero cosciente già quando ho accettato di partecipare. È però possibile suonare l’armonica perché la voce non è in playback. Quindi ho pensato: ‘Il suono dell'armonica va a finire nel microfono della voce, posso integrarla”. Provando il pezzo a casa avevo già provato a inserire l’armonica in quel punto, quindi mi sono detto di proporla anche all’Eurovision. Così può essere un elemento di diversità rispetto a quello che abbiamo fatto a Sanremo. Dove lì si poteva suonare”.
Descrivendo la scenografia, Corsi conferma: “La scenografia è praticamente quella che porto nei tour, che si è già vista nelle serie di date nei club che ho fatto fino a poco prima dell'Eurovision, e che si vedrà nella tournée estiva. Gli amplificatori giganti alle nostre spalle sono ispirati a un tour di Neil Young. Per l'Eurovision anche il pianoforte è lunghissimo. Per dimostrare un po' l'importanza di questi elementi, sia per me che per Tommaso”.
Dopo aver fatto sapere che la Rock Oval portata a Eurovision è la stessa di Sanremo, affermando che “magari spicca meno il colore per via della color correction della ripresa” e sperando di “riuscire a correggere meglio l’immagine per sabato”, Lucio Corsi narra: “Dell’Eurovision è interessante anche la preparazione della performance: hai la possibilità di inventarti quello che ti pare su questo palco. Sia a livello di luci che di inquadrature. Per fortuna io ho accanto a me Tommaso, che è un grande regista e ha un occhio che ammiro molto. Ha lavorato lui sulle inquadrature in base ai momenti della canzone”.
A margine della conferenza stampa, dopo aver raccolto parole positive per la sua performance di martedì anche dal “Guardian”, Corsi ribadisce: “Ripeto: a me, della classifica e del risultato non interessa affatto. Amo lo sport, amo la competizione, ma io sono sicuro che la musica non è competizione, non è una gara. Non ha senso: come fai a gareggiare nella musica?!”.
A proposito degli altri concorrenti in gara, il cantautore dice poi: “A me piace molto la canzone ‘Deslocado’ del gruppo portoghese Napa. Ci ho parlato l'altro giorno: spero anche di poterci suonare un giorno. Il bello di questo palcoscenico è che ognuno porta la sua idea di musica, la sua idea di esibizione. C'è libertà. E perciò è giusto che ognuno porti il suo modo di intendere le canzoni. Più sono diverse tra loro, meglio è. Ci sono tanti modi di fare musica. E è bello che possano essere tutti insieme nello stesso evento”.
Alla domanda se lo avrebbe aiutato ascoltare la sua canzone quando era adolescente, Lucio Corsi risponde poi: “È uno slancio di immaginazione interessante, ma difficile. Chissà che mi passava per la testa a 17 anni! Sicuramente suonavo già, in un gruppo prog. Quindi avrei pensato che ‘Volevo essere un duro’ non è abbastanza prog”. Continua: “Quando mi chiedono che consigli vorrei dare ai ragazzi io ribalto sempre la cosa perché, secondo me, dovrebbero darceli loro i consigli. Ho molta fiducia nei giovani, che sono davvero nel presente. Più gli si dà fiducia, più si ascoltano, meglio è!”.
Oltre a far sapere che gli “piacerebbe un sacco” lavorare su musica per il cinema, raccontando che tipo di esperienza è Eurovision per lui, l’artista afferma: “Può essere proprio un'occasione per farmi conoscere all'estero, e diffondere la mia musica oltre i confini italiani. Se io riuscissi a far concerti anche al di fuori dell'Italia sarebbe bellissimo, per me e per tutto il gruppo”.