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Il surreale DJ set di Björk a Milano

L'esibizione per la Design Week alla triennale, tra giochi di luce e scelte musicali spiazzanti
Il surreale DJ set di Björk a Milano

Una lunga fila di gente corre lungo Viale Alemagna, dall’ingresso della Triennale di Milano fino ai limiti del giardino del museo, verso piazza Cadorna. Sono le 9 e mezza e la gente continua ad arrivare. È la coda per uno degli eventi più attesi della Design Week, di cui in città si parla da qualche giorno: c’è Björk.

L’artista è stata coinvolta da Vans per il party di Checkered Future, un’installazione con l’allestimento di Willo Perron, che lancia le nuove sneaker del marchio. Assieme a lei sono in cartellone il producer inglese Vegyn (che ha remixato lo storico “Moon Safari” degli Air per il Record Store Day e che verrà presentato in settimana), e la DJ italo-nigeriana Evissimax. Ma sono tutti qua per Björk, anche chi normalmente non si muove per gli eventi del salone del mobile ed è riuscito ad avere un invito. È “solo” un DJ set, ma chi segue un po’ Björk sa che l’ultimo album, “Fossora”, è nato in parte così, con lei che metteva musica durante il lockdown in Islanda per gli amici, scoprendo generi musicali apparentemente lontani dalla sua musica.

Quando si entra, si vede il giardino allestito con un’enorme impalcatura a scacchi, che richiama il tema del brand che ha organizzato la serata. In alto, sulla terrazza, una postazione circondata da piante. È lì che compare Björk poco dopo le 10: inizia mettendo un brano del duo Ekki Minna (il violoncellista Andrew Power e il fisarmonicista Jónas Ásgeir Ásgeirsson) con Áslaug Magnúsdóttir. E prosegue con una serie di brani che saltano tra i generi, ma rimanendo principalmente sul folk, sulla musica etnica, arrivando fino al dembow rhythm (che è poi una delle origini del reggaeton) dell’artista giamaicana Koffe.

Björk, in alto sulla terrazza: ha una maschera, un vestito colorato e ogni tanto balla mentre la musica che mette aumenta di ritmo. Come nota un collega, vista da così lontano, potrebbe essere chiunque. Invece è lei – la si riconosce anche dalle inquadrature sullo schermo a lato. Il dj set non ha un vero flusso, salta di qua e di là tra generi musicali e ritmi, c’è pochissima elettronica: solo verso la fine arriva il gabber rivisitato e organico dei Gabber Modus Operandi, duo indonesiano che ha coinvolto nell’ultimo disco
Una lezione di stile e anticonvenzionalità nelle scelte musicali. Un’ora, e lascia spazio ai colleghi.

Non è certo l’unico appuntamento musicale della Design Week: nel pomeriggio di ieri ho visto Venerus in uno splendido set al Museo della Permanente, all’interno della rassegna Opposte United organizzata da Kia. Un’ora di concerto dietro a un suggestivo schermo luminoso, tra sonorizzazioni elettroniche assieme al suo produttore Filippo Cimatti e canzoni al piano, culminate nella performance del nuovo singolo “Ti penso”, con un pubblico ben più raccolto rispetto al parterre di Björk, ma rapito dalla performance. La rassegna va avanti in questi giorni ad inviti.

Ma la presenza milanese di Björk è stata comunque memorabile nel suo essere surreale, una via di mezzo tra il party dove si doveva essere in settimana, e una performance a suo modo davvero unica, fuori dagli schemi di qualunque DJ set.

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