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Hollywood prova a sedurre i teenager con i miti del rock

Da Queen e Dylan a Springsteen e Beatles: i nuovi divi del cinema richiamano i giovani in sala?
Hollywood prova a sedurre i teenager con i miti del rock

Tutti e quattro under 35, tutti già consacrati da ruoli in un modo o nell’altro iconici, tutti amati - e spesso idolatrati - da una platea composta in gran parte da un pubblico femminile. Sono le caratteristiche che accomunano Harris Dickinson, Paul Mescal, Barry Keoghan e Joseph Quinn, i quattro attori scelti per i quattro film del premio Oscar Sam Mendes che nel 2008 racconteranno la storia dei Beatles da quattro prospettive differenti: quella di John Lennon, quella di Paul McCartney, quella di Ringo Starr e quella di George Harrison. Lennon rivivrà grazie all’interpretazione di Dickinson, londinese, classe 1996, noto ai più per aver affiancato Nicole Kidman nel thriller erotico “Babygirl” di Halina Reijn, in cui interpretava uno stagista alle prese con una relazione clandestina con la sua datrice di lavoro (ma uno dei suoi primi ruoli è stato quello del rampollo John Paul Getty III nella serie “Trust”, nel 2018). A prestare il volto a McCartney sarà Mescal, irlandese, anche lui classe 1996, lanciatissimo dopo essere stato tra i protagonisti de “Il gladiatore 2” di Ridley Scott (nel 2020 i Rolling Stones lo scelsero per il video di “Scarlet”). Ringo Starr sarà interpretato da Barry Keoghan, irlandese, classe 1992, la cui popolarità è esplosa grazie a “Saltburn” di Emerald Fennell, con quella scena di nudo integrale di cui tanto si chiacchierò due anni fa, prima del flirt con Sabrina Carpenter. A far rivivere George Harrison ci penserà invece Joseph Quinn, londinese, classe 1994, che dopo aver interpretato il metallaro Eddie Munson nella quarta stagione della serie fenomeno Netflix “Stranger things” ha recitato, come Mescal, nel sequel de “Il gladiatore”. Quattro scelte che hanno tutta l’aria di una strategia ben precisa: trascinare nelle sale un pubblico giovane, appassionato non solo di musica ma anche delle nuove stelle di Hollywood.

La rivelazione Rami Malek in "Bohemian Rhapsody"

Del resto, quella di puntare su giovani attori amatissimi dai (dalle) giovani per i biopic che omaggiano quelle star della musica aliene nelle playlist dei nativi digitali sembra essere una soluzione che piace ai produttori degli stessi film, nell’ottica di far avvicinare la Generazione Z ai miti del rock. Era il 2017 quando i Queen annunciarono che per interpretare Freddie Mercury in “Bohemian rhapsody”, il film sulla scalata al successo del cantante e della sua band, il regista Bryan Singer e i produttori avevano scelto l’allora 35enne Rami Malek, all’apice del successo grazie alla serie “Mr. Robot”, dopo l’exploit con “Un anotte al museo”. Una scelta che in un primo momento spiazzò i fan della rock band, salvo poi rivelarsi vincente: “Bohemian rhapsody”, realizzato con un budget di 50 milioni di dollari, sbancò al botteghino incassando 910,8 milioni di dollari, contribuendo a riaccendere l’interesse del grande pubblico per il genere dei biopic. E Malek, grazie alla sua interpretazione di Mercury, vinse l’Oscar come “Miglior attore protagonista”. Un trionfo.

Chalamet e l'eroe Dylan

Non è stata meno convincente l’interpretazione di Timothée Chalamet, classe 1995, probabilmente il più pop tra gli attori di nuovissima generazione, di Bob Dylan. Il terreno era scivolosissimo, ma in “A complete unknown” di James Mangold, che quest’anno ha raccontato al cinema gli esordi di Dylan fino alla svolta elettrica e la leggendaria esibizione al Newport Folk Festival, l’attore newyorkese lanciato nell 2017 da “Lady Bird” di Greta Gerwig prima di ritrovarsi ad essere candidato a soli 22 anni come “Miglior attore protagonista” agli Oscar grazie a “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino ha portato a casa una performance che ha messo d’accordo pubblico e critica. «Ho messo tutto me stesso nell’impersonare questo artista impareggiabile, mister Bob Dylan, vero eroe americano, ed è stato il più grande onore della mia vita», ha detto a febbraio l’attore, che ha collezionato decine di copertine di riviste, sfilato per i più importanti marchi di moda, fatto da testimonial a brand, ritirando il Sag Award, un riconoscimento assegnato dal sindacato degli interpreti, prima di sfiorare la vittoria dell’Oscar. Il film, realizzato con un budget compreso tra i 50 e i 70 milioni di dollari, ha incassato al box office 136,8 milioni di dollari a livello mondiale. E mentre negli Usa si vocifera già di un possibile sequel del film - del resto di materiale ce ne sarebbe a sufficienza - cresce l’attesa per vedere un’altra star amatissima dalla Generazione Z nei panni di un’icona del rock.

Jeremy Allen White: dall'intimo sexy a... Springsteen

È atteso nei cinema entro la fine dell’anno “Deliver me from nowhere”, il film di Scoot Cooper, che nel 2009 raccontò in “Crazy heart” il riscatto del cantante country alcolizzato Bad Blake, permettendo a Jeff Bridges di vincere un Oscar, sulla vita di Bruce Springsteen. A interpretare il Boss nel film sarà Jeremy Allen White, newyorkese, classe 1991, l’amatissimo Carmen “Carmy” Berzatto nella serie “The Bear”, con la quale si è aggiudicato due Emmy Awards, due Critics’ Choice Awards e tre Golden Globes. Gli spot per il marchio di abbigliamento intimo Calvin Klein realizzati lo scorso anno lo hanno reso un sex symbol. E non solo per le ragazzine. A garantire è Springsteen stesso, che dell’attore che gli darà il volto dice: «È un attore formidabile. Offrirà un’interpretazione di me che i fan riconosceranno profondamente. Ha fatto un ottimo lavoro». Vedremo.

Le donne: Zendaya per Ronnie Spector, Woodley per Janis Joplin e Selena per Linda Ronstadt

A riscattare le icone femminili della musica sul grande schermo saranno invece i biopic su Ronnie Spector, Janis Joplin e Linda Ronstadt. Anche in questo caso nei progetti avranno ruoli di primo piano tre star di Hollywood amatissime dai giovanissimi. Ronnie Spector, la combattiva cantante delle Ronettes, considerata una delle voci più influenti della black music, in "Be my baby" sarà interpretata da Zendaya, stellina Disney ai tempi di "Nemici per la pelle", "A tutto ritmo" e "K.C. Agente segreto", prima dell'esordio al cinema del 2017 con "Spider-Man: Homecoming" e della consacrazione con la serie fenomeno della Generazione Z "Euphoria". Ronnie Spector aveva scelto personalmente Zendaya per interpretarla poco prima della sua morte nel 2022: «Grazie per aver condiviso la tua vita con me, potrei ascoltare le tue storie per ore e ore. Spero di renderti orgogliosa», scrisse la 28enne attrice ricordando l'icona dopo la sua scomparsa. A interpretare Janis Joplin nel film sulla carriera della compianta rockeuse sarà Shailene Woodley, 33 anni, che lo showbiz lo frequenta da più di un decennio: conquistò la popolarità grazie alla serie "La vita segreta di una teenager americana" tra il 2008 e il 2013, si consacrò con "Paradiso amaro" di Alexander Payne nel 2011 e poi nel 2017 recitò nella serie tv "Big little lies - Piccole grandi bugie" con Nicole Kidman e Reese Witherspoon. «È fantastica, ha davvero portato luce su questo pianeta in un modo tutto suo», dice della Joplin l'attrice, che nel film - non ha ancora un titolo - canterà anche. Selena Gomez, altra ex stellina Disney, impersonerà l'icona del folk rock Linda Ronstadt nel film a lei dedicato: «Ha sempre avuto una prospettiva interessantissima sulla musica e sulla vita, la ammiro molto. Non ha mai avuto davvero bisogno di avere così tanto successo ed era disposta a provare cose diverse». La speranza è che i tre progetti somiglino più a quelli su Mercury e Dylan che a quel "Back to black", con protagonista Marisa Abela, classe 1996, in cui più che la carriera di Amy Winehouse e la sua arte si raccontavano le sue relazioni sentimentali. 

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