Lucio Corsi, prima di diventare Lucio Corsi

Più di dieci anni fa, il primo a parlarmi di Lucio Corsi era stato Nicolò Zaganelli. A lui ho chiesto un ritratto dell'artista da giovane. (fz)
Correva più o meno l'anno... quando inizio? quando devo iniziare?
Era il 2014, e in realtà me lo ricordo molto bene. In particolare dal festival di Sanremo in poi mi è successo più volte di ripensare al giorno in cui ho conosciuto Lucio Corsi, che all'epoca aveva 19 anni, i capelli corti, degli occhiali molto eccentrici e una faccia talmente pulita da sembrare un quindicenne. Si era presentato a me con una bio scritta in terza persona che diceva che "Lucio Corsi aveva sconfitto la matematica" e grazie a questo aveva iniziato a comporre canzoni, ispirato da Iggy Pop (che era riuscito ad abbracciare ad un concerto a Firenze), David Bowie e il cantautorato italiano.
Aveva 5 canzoni registrate in acustico, sostanzialmente chitarra e voce oltre a qualche inserto di sola cassa e qualche tastiera.
Le definirei canzoni stralunate, piene di dinosauri, animaletti vari e sigarette. Avevano una loro forza pur sembrando acerbe, intrigavano.
Ci aveva presentati un amico comune che credeva potessimo piacerci.
Ci siamo piaciuti.
Ho pubblicato immediatamente quelle 5 canzoni. L'ho candidato appena in tempo al MiAmi Festival 2014 e Lucio è stato messo in cast 10 minuti dopo l'invio della mail di proposta.
Trattativa lampo: primo artista del primo giorno alla collinetta, 50€.
Benissimo.
L'esordio di Lucio Corsi è avvenuto in mezzo ad un parco, come spettatori più gli animaletti protagonisti delle canzoni che persone, ma è andato alla grande. Quei pochi erano molto colpiti, in molti casi conquistati, in altri incuriositi, nessuno indifferente.
Quella partecipazione fu utile per convincere Matteo Zanobini a far parte della squadra. Glielo avevo proposto dopo una sua manifestazione di interesse. Matteo era (ed è) molto bravo nel suo lavoro e in quel momento cavalcava la prima cresta dell'onda di Dario Brunori (che poi si ingigantì più volte) e poteva essere utile al progetto dal mio punto di vista (spoiler: lo fu), anche se due manager per un artista emergente non si erano mai visti.
Iniziammo quindi a pensare di registrare cose nuove, Lucio aveva mille canzoni tra le quali alcune perle. C'era moltissima campagna, natura, poesia che definirei pop. Ho pensato che fosse nelle corde di Federico Dragogna, che proposi a Lucio come produttore dei nuovi 5 brani. Federico tornava in camper da Vetulonia quando lo chiamai per proporglielo.
Nel 2015 uscì "Altalena Boy/Vetulonia Dakar" (qui la recensione dell'epoca di Rockol), un disco fatto di due Ep, le 5 canzoni acustiche e le nuove prodotte da Federico. Un disco che ci ha dato moltissime soddisfazioni, ha permesso a Lucio di suonare tanto, ancora un po' dove capitava ma anche in posti carini. il classico "Giro indie da battaglia", per capirci con chi lo ha fatto allo stesso modo.
Nelle date estive in piccoli festival di provincia, quando nel pubblico c'era anche la piazza, sotto palco c'erano le mamme. Lucio piaceva un sacco alle mamme e alle nonne perché a sentirlo cantare infondeva una grande, eccezionale tenerezza. Era magnetico e colpiva sempre, per la sua stranezza, per la sua giovane età e per questa poesia bucolica che metteva nelle sue canzoni.
Ma la magia vera era che Lucio piaceva alle nonne e allo stesso tempo ad Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, che lo vide in apertura al concerto di Roma dei Baustelle e il giorno dopo mi fece chiamare per invitarlo a partecipare alla sfilata che si sarebbe tenuta a Firenze pochi mesi dopo. Dal mio punto di vista questo indicava già allora un potenziale pop enorme, anche se il suo approccio sembrava molto indie e non aveva nulla a che fare con quello che la discografia italiana proponeva e con quello che il mercato stabiliva potesse essere un successo.
Quando arrivò il momento di pensare al primo vero album ci fu un breve periodo di crisi. Le canzoni erano tante, ma nessuno era convinto, Lucio compreso. Per qualche mese si rintanò in casa a Vetulonia, e ci sentimmo poco.
Quando arrivò "Il Bestiario Musicale", per intero e già completamente arrangiato, bastò un ascolto per far partire i lavori che lo avrebbero portato alla pubblicazione.
Per registrarlo "in bella copia" proposi di lavorare con Antonio "Cooper" Cupertino e come immaginavo i due si piacquero anche loro, tant'è che ancora oggi lavorano insieme.
"Il Bestiario Musicale" lo considero un gioiello tra i più preziosi della musica italiana. Canzoni come "La Lepre" o "L'Upupa" sono all'altezza del grande cantautorato italiano, per quanto mi riguarda. In ogni caso Il Bestiario creò le premesse per quello che sta accadendo oggi.
Matteo riuscì a convincere Sugar a firmarlo e le cose si fecero serie, e come si direbbe in questi casi, il resto è storia.
Io e Lucio smettemmo di lavorare insieme poco prima che uscisse "Cosa faremo da grandi?", il suo primo album su etichetta Sugar. Ci volevamo molto bene (o perlomeno io gliene volevo molto) ma Lucio era cresciuto tantissimo rispetto a quando lo avevo conosciuto anni prima, quando in qualche modo oltre ad essere il suo manager gli facevo anche un po' da fratellone acquisito. A quel punto Lucio aveva sviluppato una grande sicurezza in se stesso, aveva capito cosa avrebbe voluto fare in modo granitico e inscalfibile. Voleva tirare dritto senza pensare alle regole che normalmente si considerano per costruire una carriera. Discutevamo spesso, tanto da arrivare ad un certo punto dove capimmo entrambi che non ci facevamo più del bene l'uno all'altro.
Smettemmo consensualmente di lavorare insieme, ma rimase lo stesso affetto di sempre.
Oggi non c'è dubbio, Lucio Corsi è riuscito ad imporre all'Italia intera il suo modo di fare musica, totalmente fuori da quello a cui tutti siamo abituati e ha decisamente avuto ragione lui da ogni punto di vista.
So per certo che Lucio non puntasse solo al successo, ma pensasse invece solo alla sua musica e al modo di presentarla per onorarla al meglio. Un artista sicuramente pieno di ego (come è richiesto ad un artista vero) ma completamente devoto alla forma delle sue canzoni, al contenuto, a cercare la grandezza non per se stesso ma per la sua musica. Io amavo moltissimo la sua musica e il suo modo di essere, ma non avevo capito che questo bastasse perché normalmente chi si pone in questo modo perde sempre. Lucio no.
Oggi rimango letteralmente il primo vero fan di Lucio Corsi, e per quanto non possa negare una piccola dose di rosicamento che considero umano (vorrei vedere voi), non sono affatto pentito di come è andata e rimango orgoglioso di essere stato il primo a crederci.
Nicolò Zaganelli
Nicolò Zaganelli opera nel settore discografico dal 2002, ricoprendo diversi ruoli. Dopo una breve esperienza come arrangiatore presso il Clan Luly Studio di Via Massena, nel 2005 fonda la sua prima agenzia di comunicazione, ArtevoxMusica, specializzata in ufficio stampa e promozione radiofonica. Attraverso questa attività, collabora alla realizzazione di album di artisti nazionali e internazionali come Gogol Bordello, Paolo Benvegnù, Levante, Marta Sui Tubi, Africa Unite, Modena City Ramblers e molti altri. Parallelamente, assume il ruolo di manager per alcuni artisti della scena indie pop italiana, tra cui Moltheni, Amor Fou, Lucio Corsi, Giuliano Dottori, Federico Poggipollini, Ariadineve e Rivolta.
Nel 2012 co-fonda Exploding Bands, un'agenzia di marketing e advertising digitale, nata prima dell’arrivo di Instagram, che si afferma come leader nel mercato discografico e degli eventi live. Grazie alle collaborazioni con aziende come Sony, Warner, Universal, Sugar e Carosello, Exploding Bands lavora su progetti di artisti di fama internazionale come Ligabue, Måneskin, Ed Sheeran, Bruce Springsteen e molti altri. Inoltre, dal 2020 gestisce le campagne promozionali per circa due terzi del cast del Festival di Sanremo ogni anno. Nel corso degli anni, collabora anche con numerosi promoter e festival nazionali e locali, tra cui F&P Group, Vertigo, Trident Music, Concerto Music, Flower's Festival, Sonic Park, Goa Boa, Rugby Sound, Todays Festival, etc.
Dal 2022 amplia il suo campo d'azione al cinema e al teatro. Collabora stabilmente con Vision Distribution, uno dei principali distributori cinematografici in Italia, e stringe partnership continuative con teatri e artisti di rilievo. Tra le più recenti collaborazioni spiccano il Teatro Colosseo di Torino, il Teatro Carcano di Milano e l'artista Angelo Duro.