Patty Pravo ha provato l’lsd, fatto orge e inventato il rock

«Ho provato tutto l’impossibile, il deserto rosso e l’lsd», canta Patty Pravo all’inizio di “Ho provato tutto”, il singolo che segna il ritorno dell’eterna ragazza del Piper sulle scene discografiche a distanza di sei, lunghissimi anni dall’ultimo album “Red”. Nel video, in bianco e nero, c’è solo lei, che canta davanti a un microfono, gesticolando come solo lei sa fare. Quando pronuncia la parola «ellessdì», detta proprio così, sorride in camera, sorniona. Racconta di aver «saputo vivere senza, pensa un po’, annoiarmi mai» e subito capisci che la canzone merita: è una sorta di testamento, non solo artistico, ma anche umano, di un’artista che a 76 anni racconta le sue esperienze fuori dall’ordinario.
Patty dice di aver «provato il gusto del carnefice», di aver «fatto le orge e l’autostop», di essere stata «vittima, killer, che ne so» e di aver «inventato il rock» (salvo poi aggiungere, strappando un sorriso, «oddio, quello forse no»), e intanto davanti ti scorrono idealmente le immagini di una carriera leggendaria, quella di un personaggio che il rock l’ha sposato, incarnato, fatto suo come stile di vita, tra svolte, scandali, provocazioni, sperimentazioni. Così “Ho provato tutto” diventa una sorta di biopic, condensato però in tre minuti e ventidue secondi: la regia, se così si può dire, è di Francesco Bianconi dei Baustelle (e il suo tocco si sente subito), autore di questo ritratto autentico e sincero di una diva della musica, e della cultura pop più in generale, italiana. È la prima volta che le loro strade si incrociano (nel 2016 nell’album “Eccomi” Patty interpretò un brano di Rachele Bastreghi, “Ci rivedremo poi”), eppure Bianconi, non nuovo a collaborazioni come autore con grandi dive del pop italiano, vedi quelle con Anna Oxa, sembra conoscerla e studiarla da sempre: “Ho provato tutto” è una fotografia nitida ed esplicita delle esperienze più intense vissute dall’artista e tratteggia il suo percorso più intimo e personale. «Francesco Bianconi ha fatto un ritratto perfetto della mia vita, dei miei incontri, delle mie avventure e del mio pensiero. Mi sono davvero stupita quando ho letto il testo, mi sono ritrovata in ogni parola», spiega.
Nicoletta Strambelli, questo il vero nome della cantante, racconta le sue abitudini, le malinconie, le nostalgie, gli errori, le passioni, le delusioni. «Ho lasciato Jimi Hendrix scrivere. Ho strappato cuori, fatto shock», canta, ribadendo di aver visto cose i «ragazzini elettrici, arcangeli, rettili al sole» che oggi con mezza hit passano dalle camerette agli stadi e dagli stadi ai lettini degli psicanalisti non possono neanche immaginare. «Non sapete l’energia che ci vuole a sopportare il peso del mondo», canta lei, che vive «ancora la vita anche se ho capito che un senso non c’è». E che malgrado il disincanto che la vita porta con sé è ancora qui. Per fortuna, aggiungiamo noi.